MEMORIE DI UN ITALIANO CRISTIANO E CONTADINO

MEMORIE DI UN ITALIANO CRISTIANO E CONTADINO MEMORIE DI UN ITALIANO CRISTIANO E CONTADINO Crovi, un romanzo che diventa confessione corale alla fine del romanzo. Lino è testimone affidabile del secolo proprio per la molteplicità delle sue esperienze. In quella parte di Appennino reggiano che scende dall'eremo di Bismantova alla valle dell'Enza, è stato mezzadro, boscaiolo, mediatore di bestiame, maestro elementare. Ha militato tra i «bianchi» della provincia di Reggio Emilia, ha combattuto sul Carso e tra i partigiani e, dopo essere stato deputato della democrazia cristiana per più legislature, finisce la sua vita come sindaco del paese natale. Tra tante vicissitudini, non viene meno il suo sensuale attaccamento alla vita, il legame con la gente povera della montagna, il largo senso di tolleranza: con tutte le sue radici cristiane, non batte ciglio quando i figli si converto¬ no all'ebraismo e quando il maschio superstite si trasferirà in Israele. Si vanta di avere imparato «a stabilire il buono e il cattivo più attraverso gli assaggi che attraverso le opinioni, attraverso le varianti di tatto nate dalle voglie o proposte dai desideri». Ben consapevole tuttavia di possedere «lacune di verità, di carità e di speranza che lo hanno aiutato a non soffrire, ma che hanno fatto soffrire altri». Di qui, al chiudersi della vita, l'esigenza di raccontarsi, scartabellando giornali, cartoline, lettere, fotografie dei tempi andati, dove sono fermati i turbamenti e le feste della vita: sperando di essere assolto qui e altrove. In ciascuno dei brevi capitoli il presente e il passato si intrecciano e si specchiano definendo i tratti di un uomo chi non rinuncia, in tanta diversità di tempi e di costumi, a educare gli italiani. In fondo, il nerbo del suo discorso è dato dalla cultura contadina dei proverbi che diventano lettura epigrafica, scarnificazione elementare del mondo: appoggiata, per i grandi eventi, alla «imagerie», a suo modo esemplare e proverbiarne, della Domenica del Corriere. Forse si potrebbe azzardare per questa prosa, con tutti i rischi di appiattimento e gli acquisti di verità, una definizione di microromanzo, pensando a un'ottica dal basso che valorizza i dati minimi e magari gli scarti della cronaca e della storia. Il protagonista ci appare mosso da un bisogno di confessione, che verrà chiarito, nella sua rasserenata pacatezza, solo

Persone citate: Crovi

Luoghi citati: Israele, Reggio Emilia