18 APRILE

18 APRILE 18 APRILE '48-93: chi racconta il Paese che cambia: a: Ieri i romanzi di Bettiza e Doni Oggi il disprezzo per la politica tai dal mio letto - racconta Saluggia Albino, fu Ernesto - e votai per la de, in tutte due le schede, e pregai perché il mio voto fosse moltiplicato come la forza di Sansone». Elsa Morante chiude La Storia nel giugno 1947, con il ricovero in O. P. di Iduzza Ramundo, la quale era andata alle urne, per la prima volta nella sua vita, «siccome giravano voci che l'astensione verrebbe registrata a titolo di colpa», nel referendum del 1946 tra monarchia e repubblica, «votando repubblica e comunismo, perché così l'aveva consigliata l'oste Remo. Di sua propria scelta personale, invero, essa avrebbe voluto votare anarchia per ricordo di suo padre...». Un gustoso bozzetto ci regala Giorgio Bocca nel Provinciale: giornalista della democristiana Gazzetta del Popolo, schierata naturalmente contro il Fronte, andava a pranzo con Davide Lajolo che lo chiamava pennivendolo, incontrando il poeta Alfonso Gatto, «che mi guardava come un gattone spelacchiato e bonario e diceva con voce fonda: "Bocca tu hai tradito le tue origini" e si portava alle labbra un boccone morbido delle grandi cotolette alla milanese di Pollastrìni». «E' difficile mettere la politica nei romanzi - dice il critico Carlo Bo -, comunque da parte dei letterati italiani c'è una diffidenza di fondo per la politica, intesa come attività quotidiana». «Gli scrittori italiani guardano sempre ai grandi orizzonti - conferma Cesare Cases -. Rispecchiano in genere un antico disprezzo degli intellettuali per il tran-tran e la routine della politica, qual è appunto una campagna elettorale». «Anch'io mi sono sempre stupito che gli scrittori italiani non raccontino la politica - polemizza Rodolfo Doni -. Com'è che i marxisti, che mitizzavano nella politica una palingenesi, poi facevano i letterati marci?». «Ci sono romanzi a sfondo politico - osserva Enzo Bettiza - in cui però le vicende dei personaggi sono autonome, rispetto allo sfondo. Nella Campagna elettorale, invece, la politica è l'oggetto dello scavo narrativo. La politica è il personaggio». Nel panorama letterario altre due eccezioni sono rappresentate da due romanzi dedicati a una seconda storica campagna elettorale, quella del 1953, legge truffa: Gli anni del giudizio di Giovanni Arpino, con i commossi e inascoltati comizi di Ugo Braida, e La giornata di uno scrutatore di Italo Calvino, con i dubbi che incrinano le sicurezze di Amerigo Ormea. Enzo Bettiza, a destra Carlo Bo Tuttavia sono entrambi, soprattutto il racconto di Calvino, opere morali piuttosto che politiche. Così come Todo modo di Leonardo Sciascia è un'opera più sul potere che sulla politica e Conoscenzaper errore di Francesco Leonetto ambientato nel '48-49, ha per oggetto la cultura della politica non la pratica della politica. Dopo quelli di Bettiza e Doni, veri romanzi sulla vita politica sono invece Il comunista di Morselli, straordinariamente anticipatore, e l'esilarante ritratto dei comunisti di provincia offerto da Bianciardi nel Lavoro culturale. «Volevo fare un ironico pamphlet in cui uno spregiudicato principe dava ciniche lezioni sui Referendum tuttolibri - BABELE LA COPPIA PIÙ'BELLA Con un po' di fantasia (e di spregiudicatezza) proviamo a rimescolare le coppie della letteratura, liceo il gioco-referendum che Tuttolibri, insieme a Babele, propone ai lettori. Scegliere il lui e la lei preferiti, nei romanzi di ogni epoca e Paese, e immaginare il loro incontro, spiegando il perché. Tuttolibri pubblicherà ogni sabato le stelle più originali. Babele, ogni domenica sera in tv, Bai 3. ne leggerà alcune e inviterà ogni mese due, lettori, per presentare la loro coppia. Biz/.nli raccoglierà in volume gli «incontri» più interessanti. LUI li:i DAL ROMANZO DI DAL ROMANZO DI PERCI IL" xo.ui: coc.xomi: ETÀ' l'IiOIKSSIOXt: C/77M' i.xum/zzo Ritagliare e spedire a: <Im eoppia più bella- - Tullolihri-Ln Stampa, via Maren