Scala vuole il miracolo

Filo diretto tra il presidente del Toro e Berlusconi Euforia a Parma dopo la promozione alla finale Scala vuole il miracolo E a Wembley spera in Asprilla PARMA DAL NOSTRO INVIATO Wembley vai bene una sconfitta, la prima in Europa. Dolce è stato il risveglio di una città che ha festeggiato per ore, con caroselli a tutto clacson e bandiere spiegate, la storica e sofferta qualificazione alla finalissima di Coppa delle Coppe. A Londra, dove è volato il dg Pastorello, ci saranno 15-20 mila parmigiani mentre un premio di oltre 100 milioni a testa, pagati dai Lloyd's, è già stato fissato per i gialloblù se torneranno a casa con il prestigioso trofeo. E Scala che, a caldo, aveva definito il Parma una «squadra di fantasmi», dopo una notte in bianco parla di «uomini veri». A farlo riflettere sono stati i suoi giocatori, accusandolo di averli giudicati con troppa severità. L'allenatore non è più arrabbiato, ora addirittura sorride: «Perdendo l'imbattibilità, abbiamo ricevuto una lezione che ci mancava. Non siamo dei robot e sui nostri errori ha pesato lo stress di una responsabilità enorme rispetto all'esperienza, di un'euforia anticipata, della paura che attanagliava nove undicesimi di essere squalificati per l'appuntamento più bello e meritato». Nel rovente dopo-gara gli spagnoli hanno tentato di aggredire l'arbitro Schmidhuber, salvato dal presidente Gii; gli hanno urlato «venduto» e subiranno pesanti sanzioni. Ma Scala ha rivisto in moviola l'intervento di Minotti su Solozabal e si è convinto che non era rigore. «Per noi è stato fondamentale non subire cartellini gialli: ci presenteremo a Wembley al completo», sospira Scala che riavrà Zoratto e Di Chiara e non dispera di poter recuperare Asprilla: «Voglio un Parma al massimo ed effettueremo una preparazione adeguata, dopo la partita con la Roma che intendiamo vincere per consolidare il terzo posto e la "zona Uefa". Non intendiamo fare la fine della Sampdoria che, un anno fa, perse, proprio a Wembley, la Coppa dei Campioni e rimase fuori dall'Europa». Il «patron» Tanzi è sicuro che a Londra si rivedrà il vero Parma. Scala è d'accordo: «Non soffriremo, abbiamo 50 probabilità su cento di vincere: sarà una bella finale perché i belgi hanno inventiva, come noi». Scala ha già parlato con Bozzao la sua «spia». Anche Ginn conosce bene i connazionali e commenta: «Non dovremo sottovalutarli». A Firenze, nell'anticipo dell'8 maggio, ci sarà la prova generale per la sfida con l'Anversa, un'altra matricola, come il Parma che sino a 4 anni fa era ancora in B. Un'ascesa della quale Scala è orgoglioso: «Non appartenevamo al Gotha del calcio, ora ci siamo anche noi, con Milan e Juventus, non per caso ma grazie ad una programmazione seria, ad investimenti oculati». Il Parma è al culmine di un ciclo che, per una provinciale, ha del miracoloso tenendo conto che per i suoi stranieri ha sborsato poco più di ima decina di miliardi. Scala, che ha un contratto sino alle soglie del Duemila, non si ferma e già prevede di rinfrescare quei ruoli occupati da elementi che superano la trentina. Piace, tra gli altri, il granata Scifo e in alternativa, come regista, si guarda al sampdoriano Corini. Brano Bernardi L'allenatore: quattro anni fa eravamo in B e ora facciamo parte del Gotha del càlcio Asprilla fotografato in tribuna con la moglie e il figlioletto prima della partita tra Parma e Atletico Madrid