«Umberto il diseredò Vittorio Emanuele »

Cronache Motivo della discordia, il matrimonio tra il principe reale e l'erede di una famiglia della borghesia industriale «Umberto il diseredò Vittorio Emanuele » Le prove sarebbero nei documenti trafugati ai Savoia ROMA. Il mistero degli archivi dei Savoia, sarebbe il desiderio di Umberto II di diseredare il figlio Vittorio Emanuele. Motivo della discordia, il matrimonio tra il principe reale e l'erede di una famiglia della borghesia industriale. Il re, addirittura, avrebbe preso carta e penna e vergato un documento specifico, con il quale la discendenza sarebbe passata al ramo cadetto degli Aosta. Per tutta risposta il delfino avrebbe predisposto un altro documento per detronizzare l'augusto genitore autoproclamandosi re. E dove sarebbero questi compromettenti documenti? Tra le carte dell'archivio sabaudo misteriosamente trafugate. Quindi, in buona sostanza, non stanno in nessun posto certo. Ma allora da dove giunge una simile notizia? «Da fonti molto autorevoli e bene informate» dice l'agenzia Adnkronos che ha diffuso la cosa. Il tutto ha il àapore di una boutade, per non dire di una bugia (della fonte, ovviamente, non dell'agenzia). Ma ogni bugia può essere una mezza verità. E ad avallare la storia di un dissidio reale tra padre e figlio, «la fonte» riporta due episodi: uno sarebbe il mancato consenso di Umberto II alle nozze tra il figlio e la signorina Doria, il secondo il mancato trasferimento del titolo di «principe di Piemonte» al giovane Emanuele Filiberto (al quale, nella sua qualità di erede, sarebbe spettato per tradizione, in alternativa a quello di principe di Napoli). Cerchiamo allora di sbrogliare l'ammasso di interrogativi che questa vicenda evoca. La detronizzazione. «A me la procedura per la cancellazione dalla successione dell'attuale pretendente, non è mai risultata» dice liquidando l'argomento l'anziano marchese Falcone Lucifero, ultimo ministro della re al casa. Della volontà di Umberto II di diseredare il figlio non ci sono tracce: «Umberto II ha nominato quattro esecutori testamentari dice Sergio Boschiero, segretario dell'allenaza nazionale monarchica - e le pare che un provvedimento del genere, se ci fosse sta¬ to, non sarebbe venuto fuori?». Il matrimonio. «Il Re all'inizio non aveva approvato il matrimonio tra il principe Vittorio e Marina Doria - dice Sergio Boschiero ma poi le cose si sono appianate, tant'è che lo stesso Re ha partecipato al battesimo del principe Emanuele Filiberto, nato da quel matrimonio, sancendo quindi con la sua presenza il proprio apprezzamento per quella unione». Il titolo negato. «Quanto al titolo di Emanuele Filiberto (principe di Venezia ndr) - continua Boschiero - fu lo stesso Umberto a darglielo e non si può parlare quindi di una continuità interrotta». I documenti. Resta aperto invece il problema della scomparsa di alcuni documenti. A dieci anni dalla morte di Umberto II, gli eredi consegnano allo Stato italiano gli archivi reali conservati in 18 casse. Scoppia subito una polemica, perché, secondo lo storico Denis Mack Smith Vittorio Emanuele III, in partenza per Alessandria d'Egitto, ne avrebbe portate via almeno 60. Dove sonoi finite le altre? Si sa, per esempio, in quanto è stato testimoniato dallo storico Massimo Mazzetti, che una parte dell'archivio sarebbe stata distrutta dallo stesso re Vittorio, un'altra parte (minima) forse l'avrebbe fatta sparire la principessa Jolanda. E poi ci sarebbe stato un «terzo alleggerimento» - quello più sospetto - perpetrato secondo alcuni, proprio durante la degenza ospedaliera di re Umberto a Londra. Tra le carte allora scomparse, ci sarebbe il carteggio tra re Vittorio e il governo francese alla vigilia della Seconda guerra mondiale, nel quale la Francia chiede l'invasione all'Italia per potersi così sottrarre a quella tedesca. Del carteggio ha avuto conoscenza diretta lo stesso principe Vittorio Emanuele IV che ne ha parlato allo storico italiano Domenico De Napoli. Dieci giorni fa, ladri di documenti, hanno visitato anche la casa di Falcone Lucifero: strane coincidenze. «Per le spiegazioni - dice de Napoli senza esitazioni - rivolgetevi ai servizi segreti». Raffaello Masci «E per risposta il delfino detronizzò il genitore» \$~£itQfC& itft fi^-c'fShJtty.L — ,*—- >■ ' ~v x***- fi-,:.*' , --/»• , .... .*./•.— ■<"-" l'ili— *—