Ciarrapico, Di Pietro s'arrende di Francesco Grignetti

Ciarrapico, Pi Pietro s'arrende Ciarrapico, Pi Pietro s'arrende Igiudici milanesi rinunciano Leone interrogato in ospedale ROMA. Forse è finita l'odissea carceraria di Giuseppe Ciarrapico. I giudici di Roma gli hanno concesso gli arresti domiciliari. Resta dentro, però, per ordine dei milanesi. Ed ecco, ieri, un lungo interrogatorio condotto in prima persona da Di Pietro. S'è poi discusso della sua complessa vicenda a tavola - in una caserma di carabinieri - tra tutti i magistrati interessati. Al termine, con il caffé, la decisione: a indagare su Ciarrapico restano soltanto i romani, i milanesi si tirano fuori. E allora si può dire che le cose si mettono bene per il presidente della «Roma calcio». Questa mattina decideranno se farlo uscire da Regina Coeli. Prima di mollare l'inchiesta, però, il giudice Di Pietro ha fatto l'ultimo tentativo. Nella sua giornata romana, ha interrogato a lungo sia Ciarrapico sia Mauro Leone. Al mattino è andato a farsi spiegare dal detronizzato «patron» di Fiuggi i finanziamenti al psdi di Antonio Cariglia. Sono due i versamenti che la Procura di Milano contesta a Ciarrapico: uno di 800 milioni' che risale alla fine del 1989, l'altro di 300 milioni più recente. Sullo sfondo, ci sono Giulio Andreotti e Antonio Cariglia che hanno ricevuto per questa vicenda un avviso di garanzia. Uno, secondo i giudici, sarebbe stato il mandante del pagamento «trasversale», l'altro il beneficiario. Ma che cosa ha detto Ciarrapico ai giudici? «Il mio assistito collabora, ma non è un pentito», sintetizza il suo avvocato, Carlo Taormina. E aggiunge, polemico: «In questo interrogatorio non si è detto nulla di nuovo. Semplicemente si è data soddisfazione all'esigenza di far ascoltare il mio cliente da più persone». Di fatto, Ciarrapico ammette i versamenti, ma si guarda bene dal mettere in mezzo il «Principale». Ne dimezza l'importo: 300 e 170 milioni. E dà due spiegazioni differenti (che riducono il tutto a interessi personali) ai versamenti. Il primo gli fu sollecitato da Mauro Leone, che aspirava alla vicepresidenza dell'Efim e voleva così «indennizzare» i socialdemocratici che ne venivano estromessi. TI secondo fu un contributo spontaneo alla Festa dell'Umanità, deciso per il psdi come per tanti altri partiti. Pubbliche relazioni, insomma. Le risposte di Ciarrapico non devono aver convinto troppo il giudice. L'interrogatorio è andato per le lunghe. Però, visto che i colleghi romani hanno sollevato un formale conflitto di competenza, quando i milanesi sono andati a pranzo, la disponibilità è stata massima. Alla colazione di lavoro hanno partecipato in tanti: i milanesi Di Pietro, Grigo e Colombo; i romani Vinci, Iannini, Misiani, Cavallone. Già che c'era, s'è aggiunta anche la belga Veronique Anciat, che si trova in Italia per indagare sulle tangenti Agusta (elicotteri) e usciva dal carcere dove aveva interrogato l'ex presidente della società Roberto D'Alessandro (arrestato per le mazzette alla Protezione civile). La discussione è finita con un accordo generale. «Ci siamo divisi le competenze», ha commentato Vinci. «Qualcosa è rimasto a Roma, qualcosa andrà a Milano», gli ha fatto eco Grigo. Ed ecco che alle 16 in punto, tutti sono tornati al lavoro. Nell'agenda dei milanesi era previsto un nuovo interrogatorio. Di Pietro e Gherardo Colombo sono quindi andati all'ospedale Forlanini per sentire Mauro Leone, che lì è piantonato da agenti della Finanza. Arrivo dei giudici in grande stile: con elicottero fin dentro l'ospedale, poi marcia trionfale verso il reparto. Ad attenderli, lungo i viali dell'ospedale, una folla plaudente di medici, infermieri e degenti in pigiama. Arrivati al reparto, però, si sono chiuse ermeticamente le porte e non s'è saputo più nulla. A sera, è rimerso con un sorriso stampato in volto l'avvocato Ugo Longo, difensore dell'ex «monello» Leone. «Sono molto soddisfatto del clima di distensione che si è creato con la risoluzione del conflitto di competenza». Anche Longo ha chiesto la scarcerazione del suo assistito. Francesco Grignetti

Luoghi citati: Fiuggi, Italia, Milano, Roma