PARTITI E VECCHI RITI di Filippo Ceccarelli

PARTITI E VECCHI RITI PARTITI E VECCHI RITI DUNQUE cominciano bene, le consultazioni, cominciano con un rinvio. Dalle 12 alle 16,30. Una cosina da nulla, uno dei soliti slittamenti, come è sempre successo. Ma è per questo che fa un effetto più desolante del solito. L'altro giorno tutta l'enfasi concitata del referendum, arriva il nuovo, evviva, il Paese che dice sì, la chiara volontà degli italiani, bum, bum e adesso, quasi a fine giornata, ti scende giù dal Quirinale l'onorevole Giancarlo Acciaro, presidente del gruppo parlamentare misto della Camera e via: «Siamo in attesa di vedere come andranno le trattative e le consultazioni». Come andranno? E sì, perché neppure stavolta era il caso di privarsi del vecchio rito della vetrata. Dunque, mezz'ora a testa, si comincia con gli ex presidenti della Repubblica, poi il presidente del Senato, poi il presidente della Camera, poi la delegazione Svp, poi la delegazione del gruppo misto della Camera, poi quella del Senato e per oggi è fatta. Tra domani e doman l'altro Scalfaro deve vedere un'altra dozzina di partiti... Con i ritmi e i modi di sempre, quelli di un ceto politico che è portato a giudicare il ritardo come una virtù. E intanto non solo fugge irreparabilmente, il tempo. Ma la sostanza della crisi, di questa crisi, fin dall'inizio scassa le Filippo Ceccarelli CONTINUA A PAGINA 2 PRIMA COLONNA

Persone citate: Giancarlo Acciaro, Scalfaro