PERCHE' NO AL TRIBUNALE DEI MINISTRI di Alessandro Galante Garrone

PERCHE' NO AL TRIBUNALE DEI MINISTRI IL CASOANDREOTTI PERCHE' NO AL TRIBUNALE DEI MINISTRI CHE cosa direbbe Giovanni Falcone, se fosse ancora in vita, nel sentire il senatore Andreotti rievocare, a proposito degli attuali magistrati palermitani, il «palazzo dei veleni»? Penso che ci ricorderebbe che a spargere quei veleni non sono certo i giudici di oggi, che soltanto chiedono alla Giunta per le autorizzazioni a procedere, come è loro dovere istituzionale, di poter indagare sulle gravissime accuse mosse al cospicuo inquisito. E forse aggiungerebbe che, nel 1987, quando si doveva nominare il capo dell'Ufficio istruzione di Palermo, fu proprio Gian Carlo Caselli che, votando per Falcone, fu messo in minoranza nel Csm, andando contro l'orientamento prevalente della sua stessa corrente. E anche a ciò si deve la bella solidarietà oggi attestatagli dalla sorella di Falcone. E che cosa direbbe mai ancora Falcone, nel sentir sostenere che i fatti attribuiti ad Andreotti sono di competenza del Tribunale dei ministri in quanto «commessi nell'esercizio delle loro funzioni» (come recita l'articolo 96 della Costituzione, modificato da due leggi costituzionali del 1989)? Lo studente di diritto processuale penale, o di diritto costituzionale, che sostenesse una tesi simile, sarebbe sonoramente bocciato. Anche volendo interpretare le norme della Costituzione nel senso più largo e flessibile, non si potrebbe mai scorgere una qualsiasi connessione tra la funzione ministeriale esercitata (come presidente del Consiglio o ministro) da Andreotti, e reati ascrittigli nell'ipotesi di cui si tratta: non solo estranei totalmente all'esplicazione di detta funzione, ma addirittura antitetici, incompatibili. Mi li mito ad appellarmi a giuristi come Giovanni Conso, ministro di Grazia e Giustizia, e Livio Paladin, ex presidente della Corte Costituzionale. Ipotizzare un deferimento dell'indagine al Tribunale dei ministri non sarebbe - e mi si consenta la cruda espressione che un furbesco escamotage, pri vo di qualsiasi aggancio con i fatti incriminati. Piuttosto, mi pare chiaro Alessandro Galante Garrone CONTINUA A PAGINA 2 PRIMA COLONNA

Persone citate: Andreotti, Gian Carlo Caselli, Giovanni Conso, Giovanni Falcone, Livio Paladin

Luoghi citati: Falcone