«Attenti compagni»

«Attenti compagni» «Attenti compagni» Bogomolov: «Ha idee antisocialiste però non vuole l'attacco frontale» MOSCA 4 novembre 1978 ROBLEMI per l'Urss - «Il 16 ottobre 1978 nuovo I Papa di Roma è diventato il cittadino di un Paese socialista, il cardinale polacco Karol Wojtyla. Per noi si pongono alcuni problemi. Quali scopi perseguivano i gerarchi della Chiesa cattolica? Quali effetti avrà il nuovo Papa sui rapporti tra il Vaticano e i Paesi socialisti, soprattutto con la Polonia? Da parte nostra qual è la reazione più opportuna?». Chi è il nuovo Papa - «Wojtyla nella gerarchia cattolica ha sempre occupato le posizioni di destra. Da arcivescovo di Cracovia ha mostrato un atteggiamento negativo verso l'ordinamento socialista, più volte intervenendo contro la politica del potere del popolo. Nello stesso tempo, però, ha invitato la Chiesa a rinunciare agli "attacchi frontali" contro il socialismo. Si è dunque comportato in modo flessibile, usando la tattica vaticana di "espansione attraverso il dialogo". Per il momento il nuovo Papa è utile sia all'ala riformatrice che a quella conservatrice nella gerarchia cattolica. Il recente passato (in particolare, il governo di Giovanni XXIII', che da cardinale fu noto come conservatore e da Papa diventò riformatore) ci consente, però, di supporre che posizioni e metodi caratteristici per Wojtyla in Polonia non influiranno necessariamente sul suo nuovo ruolo anche se è probabile che le idee antisocialiste rimarranno nel suo magistero». Perché Wojtyla - «L'elezione va inserita nel contesto del rafforzamento della pressione politica e ideologica da parte dell'Occidente sull'Urss e sugli altri Paesi socialisti. Con la promozione di Wojtyla alla Santa Sede la gerarchia cattolica cerca di rafforzare l'influenza della Chiesa nel mondo e di opporsi con più efficacia alla proliferazione delle idee socialiste». Quali effetti avrà - «L'elezione stessa di un cittadino di un Paese socialista causerà nei prossimi tempi la crescita della religiosità nei Paesi socialisti, e in primo luogo, nella Polonia; ma anche in Ungheria, Jugoslavia e, probabilmente, in Lituania e nelle regioni occidentali dell'Ucraina e della Bielorussia. Inoltre, il fatto che Giovanni Paolo II proviene da una famiglia povera ed è stato lui stesso operaio verrà interpretato come una prova della "democraticità" della Chiesa cattolica». «Alcuni osservatori liberali in Occidente interpretano l'elezio ne di Wojtyla come un successo della tendenza "rinnovatrice". Il senatore Edward Kennedy, per esempio, ha dichiarato che l'elezione di Wojtyla "contribuirà al miglioramento dei rapporti EstOvest". La maggioranza di osservatori occidentali prevede che Giovanni Paolo 11 porterà avanti una linea offensiva nei riguardi del socialismo mondiale. E' significativo che il presidente degli Usa Carter si è pronunciato positivamente nei confronti del nuovo Papa, ricordfindo ; legami di Wojtyla con Brzezinski». Pericoli per il mondo socialista - «Tenendo presenti i numerosi interventi di Wojtyla in difesa dei diritti e delle libertà dell'uomo, si può prevedere una più attiva partecipazione del Vaticano a questa campagna. Il Papa userà la sua conoscenza dei Paesi socialisti. Non è escluso che sotto la sua guida la Chiesa presterà all'Occidente un'argomentazione morale per la campagna dei diritti dell'uomo nei Paesi socialisti». Difficoltà in Polonia «Una linea tale sicuramente verrà accentuata in caso di difficoltà interne ad un Paese socialista, soprattutto in Polonia e Ungheria. Ma nello stesso tempo è possibile che il Papa denunci gli atti di repressione che si dovessero svolgere nei Paesi capitalisti, tipo quelli che ci sono stati in Cile o Nicaragua. Questi interventi in qualche misura dovrebbero bilanciare un'eccessiva attività del nuovo Papa sul problema dei diritti dell'uomo nei Paesi socialisti». La Polonia - «Ci si può aspettare che Wojtyla, sostenitore di una forte Chiesa centralizzata, chieda più subordinazione di prima delle Chiese nazionali al Vaticano. Ciò potrà creare nuovi problemi nei rapporti tra lo Stato e la Chiesa in tutti i Paesi, compresi quelli socialisti. In particolare, potrà sorgere un conflitto con la leadership della Repubblica popolare della Polonia nelle designazioni alle cariche vacanti di arcivescovi nel Paese. Tuttavia la tendenza di limitare l'autonomia-delle Chiese nazionali, probabilmente provocherà la resistenza di una parte notevole del clero nazionale (in Polonia da parte di Vyshinskij e del suo gruppo; in Ungheria da parte dell'alto clero con Lecai a capo) che stanno su posizioni nazional-patriottiche». «Insomma, se all'inizio è possibile l'irrigidimento della politica del Vaticano nei riguardi dei Paesi socialisti, non è escluso che poi potrà seguire il ritorno a una polìtica più ragionevole e realistica, anche se molto dipenderà dalle posizioni dei Paesi so cialisti rispetto al Vaticano».