E' un rio il killer più pericoloso del Po di Gianni Bisio
La diagnosi della Legambiente: il fiume nel tratto piemontese è malato ma non moribondo La diagnosi della Legambiente: il fiume nel tratto piemontese è malato ma non moribondo E' un rio il killer più pericoloso del Po Dal Banna, alle porte di Torino, tonnellate di scarichi velenosi Po malato, in Piemonte, ma non moribondo, né in condizioni peggiori di quanto non lo fosse l'anno scorso: questa la diagnosi della Legambiente che sta conducendo l'«Operazione fiumi '93», in collaborazione con i laboratori Conal dell'Agip. I monitoraggi del tratto fra la sorgente, al Monviso, e il confine lombardo sono stati illustrati ieri da Giulio Conte, portavoce scientifico dell'operazione, da Giampiero Godio, responsabile regionale e da Gilberto Forneris, idrobiologo dell'Università di Torino. «Il Po scorre limpido fino a Paesana e in questo primo tratto è popolato da una comunità biologica equilibrata», ha detto Conte. Subito dopo Saluzzo, incominciano i problemi: prima sono conseguenza degli scarichi degli allevamenti di animali, poi incominciano i guai causati dalle cave e dalle modificazioni artificiali dell'alveo, le cui sponde sono spesso cementificate. Il carico inquinante sale e la qualità biologica dell'acqua decresce. Ma è nei pressi di Torino che si registra la situazione peggiore: il rio Banna, piccolo ma spesso violento, risulta l'affluente di gran lunga più inquinato, ma anche la Dora Riparia contribuisce all'ulteriore degrado delle acque. «Il Po - ha continuato Conte attraversa Torino ricevendo gli scarichi abusivi ancora non allacciati ai collettori fognari: è proprio questa la causa dell'impennata dei valori di ammoniaca che si registra a valle della città, concentrazioni (0,36 mg/litro) che superano di molto i parametri della legge sulla tutela della vita acquatica». A peggiorare tutto arrivano le captazioni, derivazioni del corso naturale del fiume per «rubare» (così dice la Legambiente) enormi quantità di ac¬ qua per alimentare centrali elettriche e per irrigare i campi. Così, dopo la derivazione per l'impianto di produzione Enel di San Mauro, il Po è ridotto a un «torrentello» e in queste condizioni riceve lo scarico del depuratore del Consorzio PoSangone, uno dei più grandi d'Europa. La conseguenza è che il fiume non riesce a reggere all'impatto provocato da questi reflui: «Anche se i valori dei parametri chimici non sono allarmanti, il che fa presupporre un discreto funzionamento dell'impianto, sono comunque superiori ai limiti delle legge sulla tutela della vita acquatica: così a valle del depuratore si raggiunge il livello minimo di qualità biologica (classe 4a, cioè «ambiente molto inquinato»). Solo a Chivasso, dopo la restituzione al fiume delle acque prelevate dall'Enel, la situazione migliora. Ma si arriva solo fino alla 3a classe («ambiente inquinato»): anche gli apporti della Dora Baltea a Crescentino non modificano il substrato inquinante. Che cosa propone la Legambiente per salvare il fiume? La realizzazione del Parco del Po (che non deve rimanere sulla carta), il risanamento dell'area del Banna, la revisione delle concessioni per i prelievi idrici, la rinaturalizzazione delle zone degradate, il censimento delle fonti d'inquinamento «nascoste». L'idrobiologo Gilberto Forneris conferma i pericoli delle captazioni per le centrali elettriche («che rompono la continuità biologica del fiume») e dell'agricoltura («dove si irriga anche quando non ce n'è bisogno): «La salvezza del Po - aggiunge - passa attraverso la salvezza dei suoi affluenti». Gianni Bisio
Persone citate: Banna, Giampiero Godio, Gilberto Forneris, Giulio Conte, Saluzzo
Luoghi citati: Chivasso, Crescentino, Dora Riparia, Europa, Paesana, Piemonte, San Mauro, Torino
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