Privatizzazioni in freezer

Il Parlamento chiede un riesame del piano del governo. Barucci: bene Credit e Sme, problemi per l'Iti FINANZA PUBBLICA & PRIVATA Il Parlamento chiede un riesame del piano del governo. Barucci: bene Credit e Sme, problemi per l'Iti Privatizzazioni in freezer Eni, Enel e Ina: tutto in alto mare ROMA. (Accelerare il passo»: è questa la parola d'ordine - coraggiosa o forse un po' grottesca, visto lo stato di sostanziale crisi politica - del governo al Parlamento in materia di privatizzazioni. Una parola d'ordine immediatamente respinta al mittente. Prendendo spunto dal caso della quotazione in Borsa del settore energetico dell'Eni, i parlamentari delle commissioni Bilancio-Tesoro, Finanze e Attività produttive hanno chiesto al governo, dopo le audizioni di Barucci e Baratta, non solo un approfondimento, ma un nuovo passaggio parlamentare, con una risoluzione. Per il presidente della commissione Bilancio-Tesoro, il socialista Angelo Tiraboschi, «un giudizio politico non si può dare in quanto tutto è da approfondire. Il governo procede in modo incoerente rispetto alle decisioni prese nei mesi scorsi, soprattutto per quanto riguarda l'Eni e la quotazione in borsa di Agip e Snam, sulla quale si era espresso il Parlamento nel suo parere e che il Governo aveva poi ribadito il 30 dicembre scorso». Fin qui l'ennesima puntata del braccio di ferro governo-partiti sulle privatizzazioni. Ma le audizioni di Barucci e Baratta hanno comunque consentito di fare il punto sulla spinosissima materia. Barucci ha esordito, nel motivare il suo appello alla rapidità, sottolineando che «non giova alle aziende restare in condizioni di incertezza ed il processo di priva¬ tizzazioni servirà anche a porre ordine nei loro conti economici». Per l'Eni Barucci ha ricordato che il governo sta valutando, oltre all'ipotesi di quotare Snam e Agip, anche l'alternativa di portare sul mercato direttamente l'holding una volta scorporata dal ramo chimico. Giudizi positivi, il ministro del Tesoro, li ha riservati alla Sme, la finanziaria agroalimentare dell'Ili. «Siamo alla seconda selezione delle offerte - ha detto - e proprio ieri è scaduto il termine per la presentazione di quelle per Italgel e Cirio-Bertolli-De Rica. E' stato possibile - ha aggiunto Barucci - riscontrare molto interesse, anche se nella seconda fase alcune aziende si sono ritirate». Per il comparto della distribuzióne, Barucci ha poi ribadito che la posizione dell'Ili sarà quella di «una minoranza assistita da particolari diritti». «Impasse» anche sul fronte dell'Ina: «Ho incontrato questa mattina il ministro dell'Industria Guarino - ha detto Barucci - il quale mi ha informato che non sono state trovate soluzioni per non ledere la consistenza patrimoniale dell'istituto». E i guai non si fermano qui. Da «rovesciare», sempre secondo Barucci, è la condizione patrimoniale dell'Ili la cui holding «ha un indebitamento netto di 21 mila miliardi (58 mila miliardi con le imprese del gruppo). L'Iri - ha proseguito Barucci - deve fare finanza e deve quindi ricorrere ad un forte processo di privatizzazione al¬ trimenti difficoltà finanziarie e sofferenze di liquidità saranno inevitabili». Proprio ieri si è appreso che il testo reiterato del decreto sulla rivalutazione dei cespiti delle spa pubbliche delega a quest'ultime la determinazione dell'entità dei nuovi patrimoni, da attuare entro il '94. Fumata nera anche per l'Enel che, prima di offrirsi ai privati, deve prima risolvere il problema delle tariffe, delle concessioni e del riassetto finanziario e che deve far fronte ad un indebitamento netto che ammonta a circa 33 mila miliardi. Buone prospettive, secondo il ministro del Tesoro, si profilano per il Credito Italiano. «E' una banca capace di produrre reddito, l'interesse è cospicuo e ci sono gruppi disposti all'acquisto di quote pari al 5-10%». Il ministro per le privatizzazioni Paolo Baratta ha ribadito lo sforzo dell'esecutivo nell'individuare meccanismi di dismissioni che consentano di salvaguardare gli interessi degli investitori e degli utenti dei servizi pubblici che saranno privatizzati. Baratta, dopo aver ribadito che le authority previste saranno più di una, ha detto che l'esecutivo ha già pensato ad un meccanismo tariffario legato alle esigenze del mercato e a quelle dell'utente che non abbia, però, eccessivi impatti inflazionistici. «L'importante - ha concluso Baratta - è garantire chiarezza», [r. e. s.] Da sinistra il ministro del Tesoro Piero Barucci e il collega per le privatizzazioni Paolo Baratta

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