Nel dopo-Amato ancora tagli e tasse di Stefano Lepri

Palazzo Chigi conferma: manovra da tredicimila miliardi (7500 arriveranno dal Fisco) Palazzo Chigi conferma: manovra da tredicimila miliardi (7500 arriveranno dal Fisco) Nel dopo-Amato ancora tagli e tasse //prelievo maggiore dalVlva (seconde case e auto usate) Migliora la bilancia commerciale, soprattutto con la Cee ROMA. E' pronta la manovra economica aggiuntiva da 13.000 miliardi; però la farà il prossimo governo. Così Giuliano Amato ha deciso ieri, «per doveroso rispetto al Parlamento». Saranno 5500 miliardi di maggiori entrate fiscali e 7500 di tagli alla spesa, ha spiegato poi il ministro del Bilancio, Nino Andreatta. Gli uffici ministeriali hanno anche ricevuto l'ordine di mettersi subito al lavoro sulla legge finanziaria '94, in modo che sia pronta già a luglio, secondo il consiglio del Fondo monetario internazionale. Intanto si conferma il miglioramento dei conti con l'estero, con un saldo attivo verso i Paesi Cee in gennaio. La manovra c'è. Nei giorni scorsi si erano confrontate due posizioni diverse: adottare nuove tasse e tagli alle spese subito, data l'urgenza e l'imminente visita di controllo della Cee, o demandare il compito al prossimo governo. Amato ha scelto una via di mezzo. Dopo aver anche chiesto consiglio al Presidente della Repubblica, non ha reputato opportuno' che un governo «esaurito» affidasse al Parlamento provvedimenti di questa importanza. Ma Andreatta vuole sottolineare che lui e il collega del Tesoro, Piero Barucci, hanno fatto quello che dovevano, predisponendo una lista completa. «Non c'è nulla che colpisca drammaticamente una qualche categoria di cittadini» assicura Andreatta; e d'altra parte non si tratta di una finzione, di una «operazione contabile», ma di misure che andranno a incidere sui redditi delle famiglie e delle imprese. Quali? Il ministro del Bilancio sostiene che non possono essere rivelate in dettaglio prima del momento della decisione, per la quale occorrerà un «decreto-legge catenaccio» (a sorpresa). Dà solo una indicazione vaga: che si dovrà spostare reddito dai settori dell'economia che lavorano per il mercato interno verso quelli che lavorano per l'esportazione. Si potrebbe trattare di qualche aggravio per il commercio. Resta sicuro l'aumento dell'acconto Iva di fine anno, forse al 98% di quanto dovuto l'anno precedente. Dovrebbe crescere dal 4 al 9% l'Iva sugli acquisti di seconde case direttamente dal costruttore; l'Iva si pagherà anche sugli acquisti di auto usate. Scompariranno le agevolazioni sul metano. Alcuni tagli alle spese potrebbero colpire gli enti locali, dando loro facoltà di accrescere i tributi di propria competenza. Dal lato delle uscite si parla anche di nuovi provvedimenti per ridurre le giacenze inutilizzate di fondi, o di nuovi limiti alle spese di esercizio. Non compare nella lista un aumento degli incassi da privatizzazioni; se ci sarà tanto meglio, «sarà una riserva in più», dice Andreatta. La manovra-bis forse non sarà risolutiva. Amato, Andreatta e Barucci lasciano al successivo governo il lavoro già cominciato per la legge finanziaria '94. Se necessario i tagli e le tasse per il '94 (60.000 miliardi) potrebbero essere in parte fatti decorrere dal 1° agosto. Andreatta indica due motivi possibili per l'anticipo: 1) se la nuova «relazione di cassa», a giugno, rivelasse altri scompensi nei conti dello Stato; 2) se un rapido recupero dell'economia consentisse di porsi obiettivi di risanamento più ambiziosi. Conti con l'estero. I vantaggi della svalutazione della lira sono provati dalle prime cifre sul commercio con i Paesi della Cee nel mese di gennaio. C'è un attivo di 1566 miliardi rispetto a un passivo di 1532 nel gennaio '92. Sono dati poco sicuri, oltre che tardivi, poiché con il mercato unico i commerci all'interno della Comunità non vengono più registrati alle dogane, ma dichiarati dalle imprese. Il miglioramento è molto forte, pur se causato più da un calo delle importazioni (troppo care: 28%) che da un aumento dell'export. Sommando i dati con quelli extra-Cee, si ha un attivo di 741 miliardi, contro 3191 di passivo nel gennaio '92. «Authority» sulle tariffe. Non ci sono stati contrasti tra ministri, non c'è nessun «giallo», sostiene Andreatta, a proposito delle agenzie di controllo sui servizi pubblici da privatizzare. Il disegno di legge approvato mavdtvvtrzafmBdtdrazuprps martedì prevede di affidare ad autorità indipendenti dal governo la vigilanza sulle tariffe dell'elettricità, dei telefoni, dei trasporti quando a gestire i servizi saranno delle aziende private. Fissando regole precise, trasparenti, da una parte si garantiranno i cittadini da situazioni di monopolio, dall'altro si assicurerà alle aziende un profitto ragionevole. «La riscrittura del provvedimento - afferma il ministro del Bilancio - è dovuta a problemi di tecnica giuridica. Si è spostato nel campo privatistico il fondamento del controllo. Occorreva studiare la formula più adatta a non creare interferenze con l'esecutivo, e ad evitare una eccessiva litigiosità. Semplicemente, è difficile introdurre nel diritto italiano questo tipo di organismi, come lo è già stato per Consob o Anti-trust». Stefano Lepri VENTI ANNI DI PREZZI [Tasso di inflazione]

Persone citate: Andreatta, Barucci, Giuliano Amato, Nino Andreatta, Piero Barucci

Luoghi citati: Roma