«L'uomo d'oggi eterno figlio»

La Badinter a Milano La Badinter a Milano «L'uomo d'oggi eterno figlio» A fine dell'Uomo? No, un Uomo nuovo». Era il 1986 e con queste parole si chiudeva L'uno è l'altra (edito in Italia da Longanesi), saggio in cui Elisabeth Badinter affrontava il tema delle relazioni tra uomini e donne. Ora, dopo sei anni, è nato XY. L'identità maschile. Accompagnato, da un grande successo di vendite in Francia e stroncato dalle più coriacee femministe, il libro è uscito ora in Italia sempre da Longanesi. Sin dalle prime pagine l'assunto è chiaro: «Essere un uomo implica un lavoro, uno sforzo che sembra non essere richiesto alla donna». E ancora: «La virilità deve essere costruita, diciamo "fabbricata"». Questa costruzione, resa fragile dal movimento femminista che afferma la parità dei sessi e condanna il sistema patriarcale, è seguita da Badinter durante tutto il processo. Dopo il momento prenatale in cui il cromosoma Y definisce il sesso maschile, Elisabeth Badinter esamina il rapporto tra madre e figlio e il ruolo del padre, per poi delineare il profilo dell'uomo disorientato dì oggi, colui dal quale nascerà l'uomo nuovo. Incominciamo dalla rivoluzione della figura paterna. «In questo libro c'è la messa in discussione di uomini, di padri, che sono stati completamente assenti, fisicamente e psichicamente. Da cinque anni a tutti gli uomini di più di trent'anni che incontro pongo questa domanda: "Suo padre le ha mai detto ti amo?". Frase che facilmente dicono le madri. Ma nessuno ricorda di essersi sentito dire ti amo». Il padre-madre, come lei lo Elisabeth Badin er definisce, è quindi il solo ruolo possibile perché un uomo divenga un vero padre? «La paternità deve cominciare dalla nascita del bambino. Ma se questa paternità non può che essere materna, è perché si tratta di un primo stadio nel rapporto padre-figlio che consente il passaggio ad un momento successivo. Mi spiego. Uomo o donna di fronte a un neonato non possono che mobilizzare le proprie virtù femminili: tranquillità, comprensione, tenerezza. Insomma prestare una serie di attenzioni femminili, ma femminili non vuol dire che appartengano esclusivamente alla donna». A questa tappa succede quella di padre-mentore. «Ed è questo il problema attuale. I giovani di oggi che hanno interiorizzato la loro fernminilità, grazie alle madri femministe, sono capaci di essere padre-madre, ma dopo non sanno quale modello di virilità trasmettere. Non lo sanno perché si sono costruiti nel rifiuto dell'esempio della virilità paterna. Di questo non sono colpevoli i soli padri, ma anche le madri e comunque un più vasto ambito sociale che negli ultimi anni ha rigettato ogni espressione di virilità proveniente da un uomo in quanto maschilista». A che punto è l'uomo oggi? «Il tempo dell'uomo duro è finito. Oggi gli uomini sono più i figli delle loro madri, virili peraltro, e di padri un po' assenti. Il risultato, compresi i quaranta-cinquantenni, è l'uomo molle. Quell'uomo che le mogli definiscono come un altro figlio». Gabriella Gatto Elisabeth Badinter

Persone citate: Badinter, Elisabeth Badin, Elisabeth Badinter, Gabriella Gatto, Longanesi

Luoghi citati: Francia, Italia, Milano