Dizionario degli scrittori Chi favorisce gli amici?

polemica. Duello fra critici per il repertorio Utet accusato di parzialità polemica. Duello fra critici per il repertorio Utet accusato di parzialità Dizionario degli scrittori Chi favorisce gli amici? ER parlare di un libro è ovviamente necessario averlo letto e (ma qui il problema diventa più difficile) averlo capito. Non è certamente il caso di Giorgio De Rienzo che, sul Corriere della sera, pur di accusarmi di qualche colpa, non si accorge che il Dizionario che l'Utet ha appena pubblicato non è un'enciclopedia della letteratura italiana, ma un semplice indice ragionato dei nomi degli autori che appaiono nella Storia della civiltà letteraria italiana da me diretta, di cui sono usciti finora sei tomi e altri due sono in preparazione. Tale indice contiene una breve notizia biografica degli autori e la bibliografia delle opere e delle edizioni. Gli autori, quindi, non sono stati «appiattiti», come De Rienzo dice con tono accusatorio, ma semplicemente elencati con quelle essenziali informazioni bio-bibliografiche che devono servire in rapporto con la trattazione che di tutti è stata compiuta o sarà data nei volumi della Storia letteraria, rispetto alla quale è del tutto funzionale. Soltanto chi è accecato dal pregiudizio e dal partito preso può pensare che D'Arrigo e Horcinus Orca si possano liquidare con una frase. Nel volume del Novecento della Storia letteraria ci sarà un adeguato esame del romanzo e delle altre opere di D'Arrigo, così come è stato di Dante, Petrarca, Boccaccio, Ariosto, Marino, Manzoni e tutti gli altri. Il Dizionario è un aiuto e un supporto per i lettori della Storia letteraria, non è un'opera in sé, autonoma. Quanto poi al fatto che gli autori della Storia letteraria siano fatti oggetto di una voce, si tratta dell'obbedienza alla consuetudine che chi scrive un libro alla fine si presenti per chi è, senza nessuna pretesa di gloria o di consacrazione; e gli «amici», parola ambiguamente avanzata da De Rienzo, proprio non c'entrano. Anche De Rienzo, nei suoi libri, mette la notizia b biografica e bibliografica che è d'uso, e credo proprio che tale notizia non si possa considerare assolutamente una consacrazione. Soltanto Landolfi rifiutava questa consuetudine con molta ironia, ma questa forma non faceva che confermarla. Di conseguenza le presenze degli autori nel dizionario dell'Utet non derivano da una scelta più o meno avara o generosa, in contrapposizione o in relazione con l'analoga opera di Asor Rosa, ch'è tutt'altra cosa avendo intenzioni di completezza. La ricerca di chi c'è e di chi non c'è risulta allora assurda, non perché si tratti di una vana curiosità, ma perché è presente soltanto chi ha avuto o avrà una trattazione all'interno della storia letteraria. De Rienzo non si è neppure accorto che le voci sono essenziali elencazioni di materiali, non ritratti critici degli autori. Forse non ha letto che la voce su D'Arrigo e non ha visto, nella sua fretta superficiale, che la voce Ariosto proprio per questo è altrettanto scarna. Credo che basti questo esempio per qualificare l'assoluta incomprensione per la letteratura, sacrificata forse dal mio critico a trasmissioni televisive come «L'appello del martedì». Giorgio Bàrberi Squarotti