«Ormai è troppo tardi» di D. Dan.
«Ormai è troppo tardi» «Ormai è troppo tardi» Gli etologi: non dovevano rinchiuderlo E' vissuto da carcerato. Si è preso l'artrite e poi le botte. Ha divertito, è stato l'attrazione dei giardinetti. Adesso non serve più. E l'uomo, «pietosamente», ha deciso di abbreviargli la sofferenza con un'iniezione al veleno. L'orso Pippo è condannato. Che ne pensa il presidente dell'Enpa (Ente nazionale protezione animali), Silvano Traisci? E' d'accordo, ritiene che sia giusto eseguire la sentenza. E, con amarezza, aggiunge: «Sarebbe bene uccidere tutti gli animali in cattività: dietro le sbarre, nei giardini zoologici. Poi chiudere quelle vergognose istituzioni e non riaprirle più». Infatti, per il paladino degli animali, «se così si facesse poi si eviterebbero tutti i discorsi pietistici sull'opportunità di sopprimere o di non sopprimere un povero animale ridotto in quello stato». Traisci ritiene che sia doveroso, invece, «riconoscere i diritti degli animali al momento della loro nascita». E commenta: «Quell'orso era nato per fare l'orso, non per diventare il beniamino dei bambini di Bolzano». Dello stesso parere è Folco Quilici, anche se ammette che, di fronte alla sofferenza, non c'è ormai altro da fare che eliminarla. Ma aggiunge: «Sono ugualmente esecrabili sia quelli che hanno preso Pippo a sprangate, sia quelli che trentanni fa l'hanno chiuso là dentro». E non reggono neppure le giustificazioni di coloro che vorrebbero ravvisare intenti educativi nel mostrare un animale in gabbia. «Il mondo della natura, ormai, è avvicinabile e comprensibile grazie a migliaia di videocassette - commenta Quilici -. Un animale possente, feroce, ridotto a fare il buffone, educa i bambini, tuttalpiù, alla cattiveria». Chi ha avuto un cane o un gatto che, diventato vecchio e malato senza speranza, ha preferito congedare regalandogli un trapasso dolce, nel sonno, con l'aiuto del veterinario, può accettare che questa sia, per Pippo, la fine migliore, nelle condizioni in cui si trova. Ne è convinto Danilo Mainardi: «Disponiamo, oggi, di farmaci che sono in grado di non far provare il minimo dolore nel momento della morte. E se i veterinari che hanno visitato l'orso ritengono che non ci sia altro da fare, è giusto procedere». Quello che è profondamente ingiusto è che l'orso non possa esalare l'ultimo respiro sul terreno muschioso di una foresta, dopo una vita trascorsa in libertà. «Ma una cosa mi auguro con tutto il cuore - conclude Mainardi -: che Pippo non venga sostituito da un altro rappresentante della sua specie». [d. dan.]
Persone citate: Danilo Mainardi, Folco Quilici, Mainardi, Quilici, Silvano Traisci, Traisci
Luoghi citati: Bolzano
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