Eutanasia per l'orso Pippo mito dei bimbi di Bolzano

Ha 36 anni, non si è ripreso dalle ferite dei teppisti. Ma c'è chi si oppone al provvedimento Ha 36 anni, non si è ripreso dalle ferite dei teppisti. Ma c'è chi si oppone al provvedimento Eutanasia per l'orso Pippo mito dei bimbi di Bolzano BOLZANO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Per l'orso Pippo, da tempo ormai il «cittadino» più amato di Bolzano, soprattutto dai bambini, è giunta la triste ora della «buona morte». L'amministrazione comunale, dopo un accurato consulto con specialisti ha deciso per l'eutanasia. Pippo, 36 anni suonati, equivalenti secondo gli etologi a 110 anni dell'uomo passati tutti in una buca scavata appositamente per lui nei giardini del Parco Petrarca, soffre troppo, semiparalizzato da un'artrosi che da anni è andata via via peggiorando. Ora deve essere addirittura imboccato, in seguito alle lesioni cerebrali causate due mesi fa da alcuni sconosciuti che lo avevano brutalmente picchiato con una spranga. Ma la decisione di sopprimerlo ha già scatenato un putiferio e ha mobilitato tutte le associazioni animaliste e protezioniste, che hanno tempestato di telefonate per tutta la giornata di ieri gli uffici del Comune e il sindaco in persona. Pippo, un orso bruno di origine incerta era giunto ancora cucciolo a Bolzano attraverso un circo, che aveva preferito donarlo alla città ed era andato a fare compagnia a un'orsa. La convivenza però non era durata molto, per «incompatibilità» di carattere e così si era preferito allontanare l'orsa optando per Pippo. In tutti questi anni ha rappresentato un divertimento insosti¬ tuibile per centinaia di bambini entrando anche nell'immaginario collettivo, al punto che, dieci anni fa, un giovane psichicamente fragile, si calò nella buca con vasca e gabbia in cui è sempre vissuto il plantigrado, per «parlargli». Però cadde malauguratamente e restò a terra privo di sensi e ferito. Pippo, nel tentativo di muoverlo, e forse rianimarlo, con le possenti zampe finì per causarne la morte. Fu assolto con formula piena. Otto anni fa poi per poco non causò una crisi nella giunta comunale di Bolzano, divisa fra i fautori dell'eutanasia e chi invece sosteneva che poteva vivere ancora benissimo. Vinsero questi ultimi è Pippo fu graziato. E forse avevano ragione gh animalisti, perché amorevolemente curato, non solo da veterinari con visite e iniezioni, ma anche accudito e coccolato da volenterosi cittadini, il plantigrado ha tirato avanti discretamente fino a due mesi fa. • In piena notte alcuni teppisti, in circostanze mai chiarite, lo aggredirono a colpi di spranga e da allora non si è più ripreso. Considerate le sofferenze ormai irrimediabili verso la fine della scorsa settimana si è deciso in gran segreto di finirlo con un'iniezione indolore; sempre in gran segreto la carcassa sarebbe stata portata poi all'inceneritore. Ma la notizia filtrò attraverso le associazioni animaliste e ci fu una sollevazione, soprattutto contro l'ipotesi dell'incenerimento e per il fatto che si fosse tentato di pgDptv procedere in gran segreto. Il presidente del Centro soccorso animali, Romano Beer, e la consigliera comunale verde Antonietta Dondio, chiesero che fossero rese pubbliche le cartelle cliniche stilate dal dottor Paolo Gallmetzer, il veterinario che ha curato l'animale in tutti questi anni, sollecitando anche un consulto con il dottor Alessandro Salvelli, medico veronese che cura gli animali dello zoo di Pastrengo. Il sindaco Marcello Ferrari e la giunta, per non correre ulteriori rischi, hanno aderito all'invito: ieri alle 15 i due veterinari, che otto anni fa si erano battuti per la sua sopravvivenza, stavolta non hanno avuto esitazioni: «Le sue condizioni sono disperate, l'eutanasia entro breve tempo è l'unica soluzione possibile». Giancarlo An saloni

Persone citate: Alessandro Salvelli, Marcello Ferrari, Paolo Gallmetzer, Petrarca, Romano Beer

Luoghi citati: Bolzano, Pastrengo