«Benetton deve essere processato» di Zeni

e' chiamato a rispondere, come amministratore, per il fallimento Fiorucci e' chiamato a rispondere, come amministratore, per il fallimento Fiorucci «Benetton deve essere processato» Chiesta l'autorizzazione a procedere MILANO. «Nulla a che vedere con Tangentopoli», si affrettano a precisare da Ponzano Veneto, quattro chilometri da Treviso, quartier generale della Benetton. No, Di Pietro non c'entra nella richiesta di autorizzazione a procedere arrivata fresca fresca al senatore Luciano, il re dei golfini, imprenditore di professione, senatore (repubblicano) per passione. Ma che jella trovarsi tra i piedi, proprio adesso, in piena era Mani pulite, una richiesta di autorizzazione a procedere: vallo a dire che Tangentopoli non c'entra, che di tutt'altra roba si tratta, roba vecchia. Vallo a spiegare, come sono costretti a fare i portavoce di Luciano, che il procedimento «trae origine dal concordato preventivo giudiziale della Fiorucci spa in liquidazione, società a suo tempo partecipata dalla Benetton». Roba vecchia, d'accordo. Ma intanto il nome, nei corridoi del Senato, circola adesso, passa di bocca in bocca, assume significati maliziosi, forse volutamente maliziosi: ohe, ma lo sai che c'è un'autorizzazione anche per Benetton? Sarà anche un venticello la calunnia, ma di questi tempi, in certi palazzi, è un vento che tira forte. Nuovi veleni, vecchia storia. La storia? Quella della Fiorucci spa, creatura trasformata dal primo re del casual made in Italy, Elio Fiorucci, in un fenomeno conosciuto anche oltre Oceano. Storia travagliata, successi e insuccessi. Grande successo tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Settanta: Fiorucci diventa allora il mito di un paio di generazioni, è lui a far indossare alla Milano della contestazione giovanile maglie e magliette, felpe e jeans, tutti rigorosamente modello Usa. Sono tempi felici quelli, l'azienda (di pantofole) ereditata dal padre decolla, fattura miliardi. E nel capitale, insieme a Fiorucci entra la Stantìa che allora non era di Sua Emittenza ma di un altro colosso dell'industria milanese, della Montedison. Il genio di un Fiorucci, gpDdcSlnBcpnBqMddap grande anticipatore di mode, più le risorse della Montedison: Dio sa, si diceva allora a Milano, dove finirà l'accoppiata. Finì con un divorzio nell'81. Via la Stantìa, a fianco di Elio arriva la lnvep dei Benetton. Quattro anni dura la convivenza FiorucciBenetton. Poi finisce anch'essa con un divorzio, tra amici, ma pur sempre divorzio. Prima, ncll'85, una parte della quota Benetton viene acquistata da un quarantenne d'origine libanese, Massimo Aki Nulli. Due anni dopo, nell'87, Benetton lascia definitivamente abbandonando anche il posto di consigliere. Tra tentativi di rilancio e la perenne ricerca di un socio che metta quattrini (in pochi anni, entrano ed escono i Tacchella, quelli della Garrera, l'italo-libanese Aki Nuhi e i giapponesi del gruppo Edwin), la Fiorucci spa getta la spugna. E arrivano i guai giudiziari. Il 19 aprile dell"89 è il giorno della richiesta del concordato preventivo. Sopravviverà il marchio, resterà il negozio di corso Vittorio Emanuele, meta fissa del popolo del casual, ma per la società è liquidazione obbligata. Tutto fila dritto fino a quando, tra i creditori, il Credito commerciale si oppone alla concessione del concordato preventivo: le ragioni dell'opposizione (poi venuta meno) portano i giudici all'emissione di una serie di avvisi di garanzia per bancarotta e falso in bilancio relativi a bilanci dell'88 e '89. Tra gli avvisati c'è tutto il consiglio del tempo: Fiorucci, Tacchella, Aki Nulli, Benetton. Nell'aprile del '92 gli avvisi diventano rinvìi a giudizio per tutti. E adesso, un anno dopo, ecco la richiesta d'autorizzazione a procedere obbligatoria per il senatore Benetton che però, nell"88 e '89, in Fiorucci non c'era più. Mistero. «E' vero, Luciano è stato consigliere solo tra l'85 e l'87», conferma Fiorucci. Poi aggiunge: «Non capisco il perché dell'autorizzazione ma immagino l'eco che avrà: c'è di mezzo Benetton...». Armando Zeni La vicenda non ha nulla a che vedere con Tangentopoli Oscuro anche il suo «coinvolgimento» A fianco il senatore Luciano Benetton. Sopra Elio Fiorucci

Persone citate: Benetton, Di Pietro, Elio Fiorucci, Fiorucci, Luciano Benetton, Tacchella

Luoghi citati: Milano, Ponzano Veneto, Treviso, Usa