Il boss ordinò: appoggiatelo di Fabio Albanese
Il boss ordinò: appoggiatelo Il boss ordinò: appoggiatelo Da Catania l'accusa, voto di scambio CATANIA. Voto di scambio con esponenti mafiosi. Sul ministro della Difesa Salvo Andò, leader socialista in Sicilia, piove dalla procura una accusa terribile. I magistrati della direzione antimafia, con in testa il capo dell'ufficio Gabriele Alicata, hanno firmato una richiesta di autorizzazione a procedere per violazione della legge elettorale che dovrebbe arrivare nelle prossime ore sul tavolo del ministro Guardasigilli. Un pentito mette il nome di Andò in relazione con quello del capo della mafia catanese Nitto Santapaola, latitante da 11 anni. L'indiscrezione è stata confermata ieri a palazzo di giustizia, dove si precisa che l'indagine ha trovato riscontri anche in rivelazioni di altri pentiti. In procura, il nome di Andò già da alcune settimane era stato inserito nel registro degli indagati. I giudici della direzione antimafia spiegano ora che la richiesta di autorizzazione a procedere era dovuta, ma che non è stato necessario inviare ad Andò una comunicazione di garanzia «perché in questa fase non è previ¬ sto alcun interrogatorio con la presenza di avvocati». Ad accusare Salvo Andò è il pentito Claudio Severino Samperi, 30 anni, ritenuto un pezzo grosso dei santapaoliani, figlio di un fioraio che ha la bottega a pochi metri dal palazzo di giustizia. Nella richiesta dei giudici catanesi ci sarebbero anche alcuni episodi sui quali si vuole ulteriormente indagare. Samperi, arrestato all'inizio dell'anno per estorsione, ha cominciato a collaborare con la giustizia quasi subito. Le sue rivelazioni hanno già permesso di arrestare diversi esponenti del clan del «Malpassotu» Giuseppe Pulvirenti, fra cui molti degli uomini più fidati. Pulvirenti, anche lui latitante, è l'alleato storico di Santapaola. «Nelle elezioni dell'83 e dell'87 Santapaola diede disposizione di far confluire voti sull'onorevole Salvo Andò - avrebbe raccontato Samperi ai giudici -, l'ordine di votare per Andò venne dato a tutti i capizona che successivamente si diedero da fare di conseguenza». Uomini dell'entourage dell'attuale btbpNgrpttdt ministro per l'occasione si sarebbero incontrati con emissari del boss. Il racconto del pentito, però, non sarebbe l'unico elemento che il procuratore, i due aggiunti e tre dei sostituti hanno in mano per accusare Andò. Nelle 30 cartelle inviate a Roma c'è anche la fotocopia di un foglietto con l'intestazione della Camera dei deputati e la scritta «Molti cordiali auguri, Salvo Andò», scritto di pugno dal ministro siciliano. Il biglietto è stato trovato all'interno di una villetta di Mascalucia, scoperta qualche mese fa e dentro la quale gli inquirenti sono convinti si nascondesse da un anno e mezzo Nitto Santapaola. Nell'incartamento c'è anche la copia di un fax inviato da Anastasio Caponnetto, gestore del supermercato «Superesse» di via Sgroppillo, arrestato per ricettazione nello scorso autunno. Il fax fu inviato alla segreteria politica di Andò, con una ridesta di aiuto per ottenere contributi. Fabio Albanese
Luoghi citati: Catania, Mascalucia, Roma, Sicilia
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