«No» a Camerano

«No» a Camerario «No» a Camerario Resta in cella dopo il crack da 16 miliardi Maurizio Camerano, 50 anni, commercialista fallito tre anni fa con un crack di 16 miliardi, arrestato a novembre, per ora resta in carcere. Il tribunale della libertà ha respinto la richiesta del difensore Bronzini ed ha accolto la tesi del pm Gian Giacomo Sandrelli: «Camerano deve rimanere in cella. Se uscisse potrebbe inquinare le prove». C'è infatti una franche dell'inchiesta da sviluppare: quella che riguarda strane false fatture emesse dal commercialista, iscritte a bilancio della Helios, una delle sue società, e poi stornate. Tant'é che i sindaci della Helios non approvarono i bilanci. Camerano avrebbe finto di emettere fatture intestate all'Olivetti, ma l'azienda non le ha mai ricevute. Sarebbe accaduto almeno due o tre volte, sempre per importi rilevanti. Che senso avevano queste operazioni? E' il mistero contabile che cerca di chiarire il pm Sandrelli. Queste operazioni risalgono agli stessi anni - 1987-'88 - in cui Camerano ricevette 300 milioni dall'Olivetti per il suo intervento di intermediazione tra l'azienda di Ivrea e l'Inps. «E' tutto regolare, fatturate e iscritto a bilancio dell'Helios» ha sostenuto il commercialista. L'accordo prevedeva una fornitura di computer per gli archivi dell'ente pubblico: costo tre miliardi. Il pm vuole chiarire perché mai l'Inps si era rivolta ad un intermediario.

Persone citate: Bronzini, Camerano, Gian Giacomo Sandrelli, Maurizio Camerano, Sandrelli

Luoghi citati: Ivrea