E' guerra fra le carmelitane dietro le sbarre della clausura
Si danno battaglia perché le 1500 «conservatrici» vorrebbero reintrodurre nella regola il velo al volto e le pene corporali Si danno battaglia perché le 1500 «conservatrici» vorrebbero reintrodurre nella regola il velo al volto e le pene corporali E' guerra fra le carmelitane dietro le sbarre della clausura CITTA' DEL VATICANO. Le carmelitane sono e restano divise. E' costretto ad ammetterlo il preposito generale dell'ordine fondato da santa Teresa d'Avila, padre Camilo Maccise, che in una lettera inviata a tutti i monasteri parla di rapporti arrivati ad un «vicolo cieco». E ammette neanche troppo implicitamente il fallimento della mediazione compiuta dal Vaticano. Pomo della discordia è ancora, dopo quindici anni di polemiche a tratti anche aspre, l'interpretazione da dare sulle nuove Costituzioni delle tredicimila suore sparse in oltre ottanta Paesi dei cinque continenti. Due gli schieramenti: da un lato 125 monasteri favorevoli all'attuazione rigorosa delle norme dettate da santa Teresa nel 1567; dall'altro lato abbiamo 744 monasteri che hanno invece aggiornato ai tempi moderni il loro stile di vita. Il dissidio sembrava concluso con il «sì» vaticano a due diverse Costituzioni: una più rigida approvata nel dicembre 1990 e una più flessibile varata nell'ottobre 1991. Ma a quanto pare la guerra è ancora aperta tanto che padre Maccise alla fine si è arreso, ed ha preso carta e penna per rivolgersi a tutti i monasteri chiedendo una tregua che permetta di rivedere i punti di contrasto e le rispettive posizioni, oramai cristallizzate. Le circa 1500 suore della stretta osservanza rifiutano l'abolizione dell'obbligo di coprire il volto dietro la doppia grata durante i colloqui con i visitatori, vogliono mantenere le mortificazioni corporali fissate nel sedicesimo secolo ed esigono anche che tutti si at- tengano alle norme dettate da Santa Teresa per l'abito e gli oggetti personali delle suore, dalle lenzuola ai libri che leggono. La vecchia consuetudine non ammette il riscaldamento; le suore possono uscire solo per votare o in caso di incendio; la televisione è concessa solo per vedere i programmi religiosi; i confessionali - scriveva Santa Teresa - «abbiano i vetri inchiodati e il finestrino della comunione sia piccolo». E così ancora è. Ma c'è di più: i monasteri che applicano la tradizione si reputano soggetti esclusivamente all'autorità del vescovo locale esautorando di fatto la potestà del superiore generale dell'ordine che si trova così «dimezzato» e per di più con un problema non facile da dirimere: ambedue le Costituzioni quella rigida e quella più morbida - risultano «autorizzate» dal Vaticano e ciò negli anni ha prodotto una certa confusione interpretativa e anche di prassi. Senza contare che le regole del 1567 all'Equatore o al Polo non possono venire applicate con tanta facilità. Consapevole di stare in un vespaio, padre Camilo Maccise ha deciso di rivolgersi a tutti i carmeli con molto tatto ammettendo deviazioni dall'una e dall'altra parte. «Nessuno scrive - è esente da colpa in modo tale che possa lanciare la prima pietra contro gli altri». Non ci sono forse stati «alcuni religiosi che hanno spinto i monasteri a chiudersi ai mutamenti richiesti dalla Chiesa e dai segni dei tempi? Non ci sono state, tra le monache, comunità che si sono giudicate le uniche fedeli e hanno squalificato coloro che non desideravano seguire la loro legislazione? E in altri carmeli, sensibili ai mutamenti, non si è proceduto a volte troppo in fretta?». Dopo queste considerazioni, padre Maccise si rivolge con tono accorato ai carmeli. «Se noi tutti - conclude nella sua missiva - saremo capaci di esaminarci e confrontare la nostra vita col Vangelo sperimenteremo la possibilità di sbloccare certe relazioni che sembrano entrate in un vicolo cieco anzi che risultano inspiegabilmente peggiorate, nonostante le decisioni siano già state prese e quindi si possa vivere in pace senza recriminazioni né accuse di fronte alle autorità ecclesiastiche». Solo con questo spirito sarà possibile «abbattere le barriere dell'incomprensione per cercare punti di possibile convergenza». Sandro Berrettoni Fallita la mediazione del Vaticano Gli 869 monasteri restano divisi fra due Costituzioni 'M. Pace impossibile fra suore Carmelitane sulle regole nei conventi
Persone citate: Avila, Camilo Maccise, Maccise, Sandro Berrettoni
Luoghi citati: Citta' Del Vaticano
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