Sequestro-lampo per l'ex sindaco

Bovalino, l'allarme dato dai familiari. Era in un pozzo con una catena al collo Bovalino, l'allarme dato dai familiari. Era in un pozzo con una catena al collo Sequestro-lampo per l'ex sindaco Nel giro di poche ore, intercettati i quattro rapitori LOCRI. Un nuovo sequestro anomalo in Calabria: l'ex sindaco di Bovalino, Tommaso Mittiga, 45 anni, democristiano, è stato sequestrato da quattro banditi. Ma è rimasto prigioniero dei suoi rapitori solo poche ore, fino a quando la polizia non lo ha trovato, imbavagliato e con ancora addosso le catene, il volto tumefatto (è stato anche picchiato) in un pozzo in piena campagna. Il sequestro ha avuto come teatro una zona di campagna alla periferia di Bovalino, dove Mittiga si era recato nel primissimo pomeriggio per controllare un suo podere e dove sarebbe dovuto restare solo per poco, circa un'ora. Ed invece Mittiga non ha fatto subito rientro a casa. A quel punto la moglie ha avuto il sospetto che potesse essere accaduto qualcosa di grave. Messasi alla guida della propria automobile, ha raggiunto l'appezzamento di terreno dove il marito avrebbe dovuto trovarsi, ma non lo ha visto. A farle capire che qualcosa di grave doveva essere accaduto, il fatto di avere trovato, sul ciglio della stradina sterrata, una bacinella di plastica che ha subito riconosciuto perché, come ha detto poi alla polizia, ha ricordato che si trovava nel cofano posteriore dell'auto del marito, una «Peugeot». Questo particolare ha indotto gli inquirenti a ritenere che Mittiga, una volta bloccato dai suoi rapitori, sia stato costretto a salire sulla sua stessa autovettura. L'allarme è scattato immediato e intorno a Bovalino - coadiuvati in questo dai carabinieri e dagli agenti di polizia dei commissariati che operano in località vicine - è stato creato un cordone che però i rapitori sono riusciti ad eludere, tanto che hanno potuto raggiungere indisturbati Benestare (a pochi chilometri da Bovalino) dove poi Mittiga è stato trovato. L'uomo politico è stato rinvenuto da una pattuglia di agenti dentro a un pozzo, incatenato e con la bocca ancora serrata da grossi cerotti. Un epilogo inatteso, ma che, ha detto il questore di Reggio Calabria, Aldo Gianni, è spiegabile con il fatto che, con ogni probabilità, Tommaso Mittiga era stato lasciato nel pozzo per essere poi preleva- to nuovamente dai rapitori che si sarebbero quindi diretti verso la loro destinazione immediata, la solita «prigione» di transito. Un sequestro, quindi, finito bene? Certo. Almeno da un punto di vista investigativo. Ma a guardare il «Mittiga personaggio» e non solo il «Mittiga ostaggio», qualche perplessità salta fuori, abbastanza evidente. Tommaso Mittiga non è stato soltanto sindaco di Bovalino centro «bianco» per antonomasia della Locride - ma anche, dicono i giudici, uno dei componenti più attivi di un comitato d'affari che avrebbe gestito decine e decine di appalti, con una tale disinvoltura da far scattare nei confronti di coloro che, per gli inquirenti, ne facevano parte, accuse pesantissime. A cominciare da quella di associazione per delinquere, unita a falso e turbativa d'asta. Accuse che, appena qualche mese addietro, hanno portato in galera una ventina di pèrsone tra uomini politici (e tra essi Mittiga) e imprenditori della zona, accusati di aver fatto degli appalti del comune di Bovalino una faccenda privata, dove tutto era prestabilito, dove le gare venivano vinte solo da ditte «amiche», dove i lavori restavano sulla carta e non invece i pagamenti che arrivavano sempre puntuali. Tommaso Mittiga è rimasto in galera per parecchi giorni e ne è venuto fuori soltanto perché il Gip del tribunale di Locri non ha ritenuto più necessario - venendo a cadere i motivi di cautela processuale - farlo restare in carcere. Diego Minuti Tommaso Mittiga, 45 anni, ex sindaco de di Bovalino rapito e subito liberato dalla polizia