Punire non serve La gente ha capito

Punire non serve La gente ha capito ANALISI Punire non serve La gente ha capito LA maggioranza dei cittadini italiani non vuole che chi consuma droga vada in galera. Questo ha detto il referendum. Non era un referendum sulla legalizzazione: e chi ha cercato di presentarlo in questi termini, è risultato sconfitto. E, tuttavia, è stato un conflitto assai importante. Come in materia di divorzio e di aborto, si sono misurati due diversi sistemi di valori: due opposte idee della sofferenza e della terapia, della devianza e della sanzione. Ha prevalso, nelle urne, quella che privilegia l'educazione rispetto alla punizione, il senso di responsabilità rispetto alla coazione. Ma che le cose siano assai complicate e che quel quesito abbia attraversato e lacerato le coscienze, è dimostrato da molti elementi. Innanzitutto dai numeri: quel 55% è assai più vicino alla percentuale del referendum sul divorzio (59,1%) che ai risultati dei referendum sulla legge elettorale o sul ministero del Turismo. E la linea che traccia la divisione tra le due opzioni non è così semplice da decifrare. Il No alla abrogazione delle sanzioni penali per il consumatore ha prevalso in città come Bari, Napoli e, in particolare, Milano e ha quasi prevalso a Genova. Si può ipotizzare che in queste città, più che in altre il consumo di droga appaia come causa prima della diffusione della microcriminalità. In centri urbani ad alta intensità abitativa e in rapido degrado, il rapporto tra i residenti e il mercato clandestino della droga è quotidiano, diretto, talvolta violento. Difficile distinguere tra il tossicomane costretto a farsi criminale (scippatore, rapinatore, prostituto o prostituta) per procurarsi la droga al prezzo imposto dalla criminalità che controlla lo spaccio, e lo spacciatore stesso. Non è certo un caso che le percentuali più elevate di No si siano registrate, a Milano, nei quartieri dove, nei mesi scorsi, si sono avute mobilitazioni di cittadini «contro la criminalità». Da qui la necessità di guardare avanti. Forme di legalizzazione e di distribuzione controllata di sostanze stupefacenti non costituiscono una ricetta miracolosa. Tuttavia, possono rappresentare una via sperimentale per scindere nettamente la condizione del tossicomane da quella del criminale: per non affidare la sofferenza di chi assume sostanze alle mani di chi spaccia veleno. Luigi Manconi on^J

Persone citate: Luigi Manconi

Luoghi citati: Genova, Milano, Napoli