Milano e Roma: arrestate Mauro Leone

Milano e Roma: arrestate Mauro Leone Milano e Roma: arrestate Mauro Leone Piantonato in clinica, era appena uscito dal carcere MELANO. No, «Mani pulite» non riposa mai. E così, mentre il tam tam di palazzo di Giustizia sussurra di un inizio settimana all'insegna di nuove operazioni a tutto campo, anche la domenica riserva una sorpresa, e di non poco conto. La Guardia di Finanza, infatti, ha notificato a Mauro Leone, figlio dell'ex presidente della Repubblica, un nuovo mandato di custodia cautelare. Leone, già inquisito a Roma per la vicenda della Safim, la società di factoring del gruppo Efim, è stato rintracciato presso una clinica romana, dove si trova dopo la scarcerazione da Regina Coeli. E da ieri, davanti alla sua camera in clinica, c'è una squadra di finanzieri. Ma le disavventure per Leone (e non solo per lui) non arrivano solo da Milano. Per un filone dell'inchiesta sulla truffa Safim, infatti, hanno ricevuto nuovi ordini di custodia cautelare chiesti dai sostituti procuratori romani il finanziere Giuseppe Ciarrapico, detenuto a Regina Coeli, e il commercialista socialdemocratico Roberto Buzio, già fermato dai magi¬ strati milanesi e attualmente" agli arresti domiciliari. Un avviso di garanzia, invece, è stato notificato all'ex segretario del psdi Antonio Cariglia. E anche Mauro Leone ha ricevuto un altro mandato di cattura, il secondo della giornata. Tutti nomi che si ripetono nelle inchieste romane e milanesi. Le contestazioni della procura milanese a Mauro Leone, già vicepresidente dell'Efim, per violazione della legge sul finanziamento dei partiti derivano infatti da un neoindagato romano. Ad accusare Leone è infatti Roberto Buzio, l'ex segretario di Saragat, commercialista socialdemocratico di Acqui Terme. E' stato lui, almeno secondo i verbali di interrogatorio riferiti da un settimanale, a rivelare di aver ricevuto da Leone circa 800 milioni da destinare al psdi. Buzio, in particolare, ha ammesso di essersi recato nello studio del vicepresidente dell'Efim Mauro Leone poco prima delle amministrative del '90. In quell'occasione, è il racconto del rappresentante socialdemo- cratico, Leone «gli fece trovare in un pacco 500 milioni in contanti». In un'altra occasione, ha continuato Buzio, «Leone mi consegnò in contanti altri 300 milioni». E il tutto accadeva nel maggio del 1990, cinque mesi dopo il tempo massimo previsto dall'amnistia per questo tipo di reato. Il mandato a carico di Leone, infatti, arriva quasi due settimane dopo altre iniziative giudiziarie legate alle confessioni di Buzio: l'avviso di garanzia inviato dai magistrati milanesi al senatore Giulio Andreotti, che ha reso al proposito una deposizione spontanea ai sostituti Di Pietro e Gherardo Colombo; un analogo avviso inviato al segretario socialdemocratico Antonio Cariglia, anche lui già ascoltato dai magistrati di «Mani pulite»; infine, l'ordine di custodia cautelare notificato il 5 aprile scorso a Giuseppe Ciarrapico, già allora detenuto a Regina Coeli. Anche in questi casi l'accusa è di aver finanziato in maniera illecita il psdi tramite triangolazioni che coinvolgevano Andreotti, il gruppo Italfin e l'Efim. E anche allora Buzio aveva già parlato del ruolo di Mauro' Leone citando però fatti ed episodi antecedenti il 1° gennaio del '90, ovvero già amnistiati. E invece ora nelle mani del sostituto procuratore Antonio Di Pietro ci sono episodi nuovi che permettono agli inquirenti milanesi di procedere contro Mauro Leone, oggi plurinquisito, fino a pochi giorni fa notabile de, banchiere a Marino, finanziere nella Safim, alto dirigente del sistema delle imprese pubbliche nell'Efim. [r. m.] Mauro Leone

Luoghi citati: Acqui Terme, Milano, Roma