Craxi? Lo ha creato Berlinguer di Pierluigi Battista
Rilanciata una curiosa tesi Inediti dell'Archivio Rodano: «Il compromesso storico ha commesso un errore» Craxi? Lo ha creato Berlinguer «Non si doveva umiliare ilpsi» SROMA ONO fogli dattiloscritti, minute d'appunti, lettere, abbozzi di articoli, I scalette di interventi. Sono i documenti sinora inediti custoditi presso l'Archivio Rodano, le carte lasciate dal pensatore identificato, a torto o a ragione, come l'ideologo del «catto-comunismo» italiano, il confidente di Palmiro Togliatti, l'ispiratore della politica berlingueriana del «compromesso storico»: ora vengono pubblicati per la prima volta in Franco Rodano, un libro dello studioso Marcello Mustè in uscita per il Mulino. Tormenti, frequentazioni, riflessioni e idiosincrasie di uno dei protagonisti della cultura politica del dopoguerra vengono rivelati da una messe di scritti e carteggi sconosciuti. Ed emerge nitidamente la drammaticità del dissidio che incrinò negli ultimi anni il rapporto, cruciale all'epoca della cosiddetta «solidarietà nazionale», tra Rodano e Berlinguer. «L'errore fondamentale di quella fase è consistito in un'interpretazione riduttiva del "compromesso storico"», scrive Rodano nel documento d'archivio pubblicato da Mustè. Siamo nel 1982: dopo i fatti polacchi Berlinguer ha annunciato lo «strappo» dall'Urss, la stagione del «compromesso storico» è oramai alle spalle, il segretario del pei ha formulato la linea dell'«alternativa democratica». Franco Rodano esprime pubblicamente il suo dissenso dallo «strappo» in una serie di articoli apparsi su Paese Sera. E non risparmia critiche alla rapidità e al modo sbrigativo con cui il gruppo dirigente comunista aveva messo in soffitta la politica del compromesso storico. Ma dagli scritti inediti di Rodano la critica formulata dall'uomo dipinto dalla stampa di allora come 1'«eminenza grigia» del berlinguerismo appare ben più drastica e radicale. «Si è così perso di vista il "compromesso storico"», leggiamo in un passo del documento tratto dall'Archivio Rodano, «che avrebbe dovuto promuovere l'incontro delle forze didspirazione comunista e socialista con quelle di ispirazione cattolica, e non già un gioco a scavalco del psi o nei confronti del psi». E' una critica durissima alla linea di condotta del pei che secondo Rodano ha fra l'altro favorito l'emergere del fenomeno Craxi: «Il rapporto col psi è stato in tal modo indebolito e umiliato, favorendo così nello stesso psi una reazione legittima di difesa e di ricerca di spazio, che però si è tradotta ih fenomeni di involuzione ideale e pratica». Parole dure, ispirate dalla delusione per l'abbandono di una linea politica, quella del compromesso storico, che Rodano aveva teorizzato e vissuto come una «filosofia» dell'incontro tra i partiti-cardine della Repubblica e come superamento di quella democrazia «conflittuale» di matrice liberale verso cui il pensatore «catto-comunista» non nutriva alcuna simpatia. E quanto Rodano fosse animato da una visione salvifica del compromesso storico lo dimostrano due lettere inedite che 1'«eminenza grigia» scrisse a Enrico Berlinguer. Una, del 18 giugno 1974, presenta un Rodano preoccupato di sostenere la necessità, nell'auspicabile ingresso del pei nell'area di governo, «di un atto politico del movimento operaio» «volto a rilanciare quella "disponibilità" della classe operaia a sostenere la propria parte di sacrifici, sotto determinate condizioni, della quale nel 1949 per attuare il Piano del Lavoro e nel 1954 di fronte allo Schema Vanoni non esitarono a farsi propugnatori Di Vittorio e Togliatti». E' la matrice di quella politica dell'«austerità» che Berlinguer propose nel 1977. Un'assunzione di «responsabilità nazionale» anche sul terreno dell'economia, naturale complemento di una svolta che Rodano, in un'altra lettera del 5 gennaio 1978, non esita a definire epocale: «Si chiude la storia di un trentennio durante il quale l'esclusione dei comunisti dal governo veniva considerata un fatto pacifico. Sono ormai venuti completamente meno tutti i possibili margini per quella gestione del processo democratico basata sulla contrapposizione» tra de e pei. Sembrano così venir a maturazione storica, negli anni della solidarietà nazionale, le speranze che avevano ispirato i percorsi del pensiero rodaniano: dalla fondazione della «Sinistra cristiana» all'impegno nel pei di un cattolico fervente che nel 1947, come racconta Mustè, viene colpito da interdetto da parte della Chiesa di Roma. Il che non impedirà l'intrecciarsi di uno strettissimo rapporto tra Rodano e il filosofo cattolico Augusto Del Noce documentato dal ricco carteggio - anch'esso inedito tra i due pensatori che Mustè pubblica in parte. «Noi cerchiamo una convergenza a partire da certe opposte tendenze, tua al marxismo, mia al conservato rismo», scrive Del Noce nel 1960. Da versanti opposti i due nemici politici ritrovano un comune avversario; la società «opulenta» destinata alla scristianizzazione. Sintomo di una comune e incoercibile avversione allo spirito e alla mentalità del «modello borghese». Pierluigi Battista Pubblicato dal Mulino anche il carteggio con Del Noce: «Noi due cerchiamo una convergenza» A fianco Enrico Berlinguer e Bettino Craxi: Rodano ispirò al leader del pei la politica del compromesso storico Franco e Marisa Rodano. Sopra, Augusto Del Noce
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