Nessun testimone per il vigile ucciso

Reggio Calabria, le ultime contravvenzioni al centro delle indagini Reggio Calabria, le ultime contravvenzioni al centro delle indagini Sulla multa il nome del killer Nessun testimone per il vigile ucciso REGGIO CALABRIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il giorno dopo l'omicidio del vigile urbano, «freddato» con quindici colpi di pistola mentre multava le auto in sosta, l'unica testimonianza del feroce agguato sono alcuni mazzi di fiori. Qualcuno li ha poggiati sul marciapiede nel punto in cui l'agente ò caduto senza vita. Ma la gente tira dritto. Reggio Calabria stupita e forse anche choccata da un simile esempio di violenza neppure si interroga su una morte così balorda. La gente non si domanda perché Giuseppe Marino sia stato ucciso e il collega Orazio Palamara ferito in pieno centro città mentre svolgevano le loro funzioni. Colpevoli soltanto di aver cercato di far rispettare un'ordinanza del Comune: il divieto di transito e di sosta in corso Garibaldi. Un silenzio che coinvolge tutti, anche chi venerdì sera c'era e ha visto quel vigile morire. Ed erano in tanti: alle venti nel corso principale la gente che si affretta nei negozi oppure chiacchiera per la strada è ancora tanta. Ma nessuno si è presentato al commissariato per dare un'indicazione, un aiuto agli investigatori. Chi è stato interrogato ha smentito di aver assistito alla scena: «Ho sentito i colpi, quando mi sono girato era già accaduto tutto», un ritornello che si è ripetuto più volte negli uffici della squadra mobile. Neanche una telefonata anonima. Così, davanti a una morte così assurda, Reggio si trova spaccata in due. Da un lato il Palazzo, le istituzioni, le forze politiche, che dicono le cose che andrebbero fatte, che sottolineano gli errori nei quali non si dovrebbe cadere; dall'altro la gente comune, a cominciare dai familiari del vigile urbano ucciso, che in un primo tempo avevano detto che non volevano funerali in forme ufficiali, solo una cerimonia semplice, nella chiesa del quartiere, ad Arangea. Poi hanno cambiato idea. Il Comune, tuttavia, ha provato a scuotere l'indifferenza della città, con un manifesto che è un invito «a tutta la popolazione a partecipare ai funerali di Marino come atto di ribellione contro la violenza e come affermazione corale della città a volere cam biare». Il Consiglio comunale esprime anche «solidarietà ai familiari di Marino e riconoscenza al corpo dei vigili urbani, oggi così duramente provato. In democrazia la sola forza vittoriosa resta la legge. Non abbiamo altra forza che la legge e la osserveremo fino alla fine. Questo sentiamo oggi di riaffermare, con l'animo affranto, dinanzi alla salma del concittadino caduto. Tutti vogliamo liberarci dalla schiavitù della violenza». Ma intanto, tra i vigili urbani monta la polemica e il colonnello Salvatore Minniti ha deciso di dimettersi da comandante del Corpo. Una decisione che sembra quasi una resa di fronte ad una situazione che è divenuta insostenibile in una città dove si può morire magari per una multa inflitta a chi pensava d'essere il padrone della strada. Ma i vigili ormai sono in rivolta, aperta. Vanno all'attacco. Chiedono le dimissioni non solo di Minniti, ma anche del contestato assessore alla Polizia urbana, il cavaliere del Lavoro Amedeo Matacena, un uomo fin troppo rude nei rapporti per potere pensare che voglia tornare sulle sue decisioni. Ed è stato proprio lui, all'atto del suo insediamento, a volere che l'ordinanza che vietava il traffico su corso Garibaldi fosse fatta rispettare nei confronti di chiunque. Tanto che l'altro giorno nella rete delle multe è finito anche suo figlio: implacabilmente multato. Ma far rispettare la legge è difficile, soprattutto se si è in pochi. Dicono i sindacalisti: «I vigili urbani in servizio a Reggio sono meno della metà di quelli previsti dall'organico». Mentre in Comune sale la polemica, gli investigatori sono sconsolati: «Poi la gente ci accusa di non trovare i responsabili degli omicidi, ma nessuno ci aiuta» dice amareggiato uno degli inquirenti. Comunque le ore successive all'omicidio sono state occupate da una serie di controlli sull'attività dei due vigili. I bollettari sono stati passati al setaccio e molte delle persone che Marino e Palamara avevano multato sono state chiamate in questura per verificare gli alibi. Diego Minuti E tra i colleghi esplode la rivolta Il comandante lascia Reggio Calabria, agenti fanno rilevamenti sull'auto in cui è stato ucciso un vigile urbano

Persone citate: Amedeo Matacena, Diego Minuti, Giuseppe Marino, Minniti, Orazio Palamara, Palamara, Salvatore Minniti

Luoghi citati: Arangea, Marino, Reggio, Reggio Calabria