Si spacca la massoneria italiana

Cinquanta «fratelli» via dal Grande Oriente: più trasparenza, come in Inghilterra Cinquanta «fratelli» via dal Grande Oriente: più trasparenza, come in Inghilterra Si spacca la massoneria italiana Di Bernardo fonda una sua Loggia E Palazzo Giustiniani scomunica ROMA DALLA REDAZIONE La scissione s'è consumata ieri mattina, in una sala dell'albergo romano Parco dei Principi trasformata in tempio massonico, con tanto di stendardi, gagliardetti e simboli della «libera muratoria». Un manipolo di «fratelli» - circa cinquanta - completi di medaglioni e grembiulini bianco-celesti, si sono radunati lì dentro ed hanno fondato la Gran Loggia Regolare d'Italia, la nuova organizzazione massonica che rompe con il Grande Oriente e già cerca riconoscimenti all'estero. «Profeta» e leader di questo raggruppamento nato da una costola dell'obbedienza chiamata «di palazzo Giustiniani» è Giuliano Di Bernardo, mite ma deciso professore di filosofia della scienza, fino all'altro ieri Gran Maestro del Grande Oriente e da oggi capo della Gran Loggia. Lui dice che non è una scissione, ma è difficile trovare un'altra definizione per l'atto di fondazione di questo gruppetto, che per ora raduna sette logge e circa 300 «fratelli». Anche perché Di Bernardo se n'è andato dal Grande Oriente in quanto lì non riusciva a fare ciò che invece si ripropone di fare con la nuova massoneria: «consegnare all'autorità» (in sostanza rendere pubblici) i nomi degli affiliati. Come segretario della nuova obbedienza massonica si è scelto il figlio dell'attore Anthony Quinn. Daniel Quinn vive in italia e da tempo lavora come traduttore per la rivista ufficiale della massoneria Hiram. Dal Grande Oriente, che raccoglie circa 18.000 iscritti, partono strali a ripetizione contro gli scissionisti. L'avvocato perugino Augusto De Megni esprime, a nome del «Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico e Accettato», «la severa condanna verso il tentativo di una deprecabile secessione nella famiglia di palazzo Giustiniani». Il Rito, aggiunge De Megni, «si riserva ogni altra decisione» contro Di Bernardo. E i circa 1000 massoni sardi parla¬ no di scelta dell'ex Gran Maestro «fatta per mascherare la sconfitta subita nella Gran Loggia dell'equinozio di primavera». Di Bernardo, con l'eterno sorriso sulle labbra, evita commenti sui suoi accusatori: «Del Grande Oriente non voglio più parlare, è un'esperienza della mia vita che considero finita». Nel «congresso» di un mese fa il Gran Maestro era riuscito ad evitare le critiche provenienti da più parti contro la sua reggenza (scarso impegno nella difesa della massoneria dagli attacchi giudiziari, polemiche con il Vaticano, dichiarazione di voto per il psi alle ultime elezioni), ottenendo larga fiducia dai rappresentanti dei massoni d'I¬ talia. Ma su un punto Di Bernardo aveva perso, nella sua proposta di «operazione Trasparenza»: voleva rendere pubblici gli elenchi dei «fratelli muratori», ma i massoni gli hanno detto no. Adesso, presentando la Gran Loggia Regolare, il professore che è stato nominato Gran Maestro prò tempore dice: «La ragione che mi ha spinto a questa fondazione sta nel voler introdurre una massoneria di tipo inglese, senza conflitti e lacerazioni interne, per cui nessun massone della Gran Loggia Regolare avrà motivi per tenere nascosta la sua appartenenza, ed in modo che non si possa dire che al suo inter- no si svolgono attività poco chiare». A sottolineare che la nuova massoneria nasce sotto il segno della trasparenza, i «fratelli» scissionisti sottolineano che le sette logge aderenti sono «da Roma in su»: quattro della capitale, una di Firenze, una di Bologna e una di Milano. «Da Roma in giù mormora qualcuno dei «regolari» - sono tutti massoni». C'è paura degli inquinamenti, un sospetto mai del tutto sopito e accresciutosi sull'onda dell'inchiesta del procuratore di Palmi Agostino Cordova, che indaga su presunte attività illegali svolte all'ombra delle «logge coperte». L'obiettivo di Di Bernardo è di radunare un migliaio, al massimo 1500 massoni sotto le insegne della Gran Loggia: «La nostra forza - dice - non si basa sulla quantità, ma sulla qualità degli aderenti». «Gradiremmo il riconoscimento della Gran Loggia Unita di Gran Bretagna», aggiunge il Gran Maestro, prima di partire per Londra, alla ricerca di consensi internazionali. La guerra fra massoni, però, si svolge qui. Di Bernardo, accusato di aver preparato la scissione quando ancora era il capo del Grande Oriente depositando nei mesi scorsi lo statuto della nuova Gran Loggia nello studio di un notaio, nei prossimi giorni sarà «processato» dalla giunta del Grande Oriente d'Italia. Primo impegno: rendere pubblici i nomi di tutti gli affiliati Nuovo segretario è Daniel Quinn il figlio dell'attore Anthony Daniel Quinn segretario della nuova Loggia