Vallette sale colloqui come celle
Gli avvocati denunciano: ridotti gli incontri con i nostri assistiti nel carcere Gli avvocati denunciano: ridotti gli incontri con i nostri assistiti nel carcere Vallette, sale colloqui come celle Di sera vi dormono una ventina di detenuti Le Vallette sono quel che sono, un carcere sovraffollato di cui ogni tanto si scrive per dire che invece di 700 detenuti, quanti ne dovrebbe contenere a norma di regolamento e di vivibilità, ne ospita più del doppio con tutti i problemi connessi. Oggi a lamentarsi è il segretario della Camera Penale avvocato Luigi Chiapperò che denuncia una situazione peggiorata: «Hanno occupato anche le sale dei colloqui per fare dormire i detenuti in attesa di ottenere un posto in cella». Capita che non essendoci celle libere mettono, di sera, dieci, venti materassi nei locali destinati agli incontri tra avvocati e clienti, per fare coricare gli arrestati. Al mattino gli «ospiti» vengono chiusi in altri stanzoni e due stanze su sette ridiventano disponibili per gli avvocati. I quali lamentano anche che sono stati tagliati di tre quarti d'ora i tempi degli incontri. «Non è improbabile che venga attuata un'altra protesta, magari uno sciopero come nei giorni scorsi» dice Chiapperò. Motivato da ragioni pratiche (la ridotta disponibilità di spazio e tempo per i colloqui) e umanitarie (il disagio dei detenuti). In pratica capita questo: una persona arrestata per qualche reato viene portata alle Vallette. Qui non c'è posto. Allora si rimedia con il giaciglio in locali usati per altri servizi. Magari i detenuti verranno dirottati lontano come è accaduto a una detenuta siciliana che deve scontare otto anni per tentato omicidio e si era costituita a Torino per essere vicina ai genitori anziani. La quale scrive: «Mi hanno trasferita a Venezia. Non so ancora il perché di questo sballamento e per di più ci hanno trasferito proprio la vigilia di Pasqua a S. Vittore prima (uno schifo unico) e senza fare il colloquio con i miei; hanno trasferito dieci ragazze, ognuna con destinazione diversa». Il carcere delle Vallette è recente ma è nato vecchio e il nuovo codice di procedura fa aumentare il numero dei detenuti. La legge innovativa che doveva ridurre i tempi di carcerazione pare avere effetti contrari. In compenso sono stati chiuse le carceri mandamentali (Ciriè, Susa, Ciriè, Rivarolo) che potevano accogliere i nuovi arrivi e costituire un «polmone» di alleggerimento. Ora quegli edifici sono vuoti, abbandonati. Restituirli all'uso che se ne fa- ceva non è previsto e ciò contribuisce a rendere il sovraffollamento delle Vallette una mina vagante di violenza, di malcontento, di gestione difficile. Rimedi pare che all'orizzonte non se ne scorgano, in tempi brevi. Bisogna almeno attendere la ristrutturazione delle Nuove che ospitano già le dete- nute. Ma il ministero di Grazia e Giustizia soffre di disponibilità di bilancio e anziché impiegare in questo settore ulteriori risorse pensa di tagliare il più possibile le spese. Le detenute, proprio in questi giorni, hanno denunciato che è venuta a mancare anche la carta igienica, [p. p. b.I Solo due stanze su sette sono disponibili per i colloqui tra avvocati e _ detenuti; i difensori lamentano anche che sono stati tagliati di tre quarti d'ora i tempi degli incontri
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