Sul costo del lavoro c'è di mezzo il voto di Francesco Bullo

Amato riconvoca le parti per martedì: modificherà la proposta Amato riconvoca le parti per martedì: modificherà la proposta Sul costo del lavoro c'è di mezzo il voto ROMA. Martedì il governo presenterà alle parti sociali il documento sugli assetti contrattuali. Lo ha annunciato il ministro del Lavoro Cristofori in un intervallo degli incontri che, insieme ad Amato, ha avuto fino a tarda sera con imprenditori e sindacati. «Si tratterà - ha detto - di una proposta concreta capace di offrire spazi per una convergenza. In seguito, Amato tenterà di verificare il grado di disponibilità delle parti». Se l'intesa sul costo del lavoro slitta, ieri si è però raggiunta quella sulle politiche produttive, cioè su formazione, innovazione, ricerca, politica dell'energia, escludendo il nodo delle privatizzazioni «che ha bisogno di ulteriori approfondimenti». Un altro accordo di massima è stato raggiunto sul pubblico impiego: impegno del governo a non adottare provvedimenti su materie di competenza della contrattazione; avvio del negoziato per la definizione dei nuovi comparti pubblici 1' 11 maggio; inizio delle trattative per i rinnovi dei singoli contratti a fine giugno. Passi avanti, dunque. E se al tavolo governativo i vertici delle tre confederazioni sono ancora divisi, dalla base viene una rinnovata spinta all'unità. Un gruppo di dirigenti Cgil regionali e di categoria (metalmeccanici, chimici, tessili, bancari, alimentaristi) lancia ai vertici delle tre confederazioni la proposta di una «costituente» per un sindacato unitario e pluralista, che «superi ogni forma di collateralismo politico». Un'iniziativa che ha subito trovato il consenso dei segretari generali Firn (Italia) e Uilm (Angeletti). I motivi che giustificano un progetto di unità sindacale sono stati precisati in un documento illustrato da Cesare Damiano e Agostino Megale. Innanzitutto hanno detto - sono venute meno le ragioni ideologiche che stavano alla base della contrapposizione-concorrenza tra organizzazioni confederali; poi, la nuova divisione internazionale del lavoro e la riorganizzazione delle grandi aree socio-economiche richiedono un forte potere di intervento sindacale che le divisioni certo non favoriscono. Infine un rinnovato processo unitario, con un nuovo sistema di regole per la rappresentanza, sancite anche per via legislativa, potrà consentire una ripresa delle iscrizioni tra i lavoratori. Secondo i 16 firmatari il nuovo sindacato unitario «non potrà prescindere da regole fondate sul principio di maggioranza e minoranza». E ancora. Il modello deve essere quello di «un sindacato autonomo, che non si proponga di risolvere i problemi dei lavoratori favorendo l'insediamento del governo amico, ma che decida di valutare i governi e, di conseguenza, il proprio atteggiamento autonomo». In Cgil però, dove il 27 e 28 aprile è convocato un direttivo proprio su questi temi, non tutti sono d'accordo. «La nostra iniziativa - ha detto il leader della Fiom, Fausto Vigevahi - è contestata e contrastata in confederazione dalla minoranza e da alcuni settori della maggioranza. Ma chi è contrario dovrebbe dirmi una sola ragione valida e in ogni caso - avverte Vigevani - se in Cgil c'è qualcuno che crede non si debba dar luogo al processo unitario, allora deciderà democraticamente il voto». E il leader Fiom conclude: «A volte sono più vicino a colleghi della Cisl e della Uil che a certi settori della mia organizzazione». I commenti dei leader di Uilm e Firn al documento sembrano dargli ragione. Angeletti parla di «sostanziali convergenze» con il progetto di un sindacato «capace di essere un soggetto sociale pro- tagonista della 2a Repubblica». Gianni Italia lo definisce un «buon punto di partenza» per una discussione sull'unità sindacale, «una discussione sulla quale la Cgil - e in particolare Trentin - è stata finora troppo reticente». Condivide in particolare un'analisi: «Non esistono più - e mi auguro ancor meno dopo il 18 aprile - le ragioni storiche e politiche che hanno condizionato in larga parte l'azione del sindacalismo confederale. Si dovrà avviare una fase costituente per l'unità, aperta a tutte le forze sindacali, anche non confederali». Francesco Bullo E nel sindacato ritorna la voglia di unità proposta una costituente A sinistra il leader della Cgil Trentin Sopra Fausto Vigevani, segretario Fiom

Persone citate: Agostino Megale, Angeletti, Cesare Damiano, Cristofori, Fausto Vigevani, Gianni Italia, Trentin, Vigevani

Luoghi citati: Italia, Roma