«Per loro ogni dc è mafioso» di Fabio Martini
«Per loro ogni de è mafioso» «Per loro ogni de è mafioso» Il capo della Rete: ma io ho rotto ilpatto LA DIFESA DI LEOLUCA OROMA riandò, stavolta un'inchiesta potrebbero aprirla su di lei, che di indagini ne ha preconizzate tante: che effetto fa? «A me non risulta nulla, ma io dico ai magistrati: se ci sono inchieste chiuse dalla gestione .Giammanco, vengano, subito aperte. Tutta la mia solidarietà, tutta la mia collaborazione. Ma figuriamoci: la mia storia e la mia vita sono la lotta ai comitati di affari». Cosa risponde a Leonardo Messina che dice: «Leoluca Orlando all'inizio era amico nostro»? «Certo, lo dice perché ero democristiano. La presunzione di Cosa nostra qual era? Che un de fosse amico loro. E io ho rotto questa presunzione e ho l'orgoglio di es- sere stato l'unico sindaco de di Palermo a far sì che nel 1987 la mafia non votasse per la de, ma per Martelli». Si dice che la nuova inchiesta potrebbe scavare sugli appalti concessi dalla sua giunta alle imprese Cozzani e Silvestri, aziende «ombra» di Ciancimino... «Ma questo fatto qui l'ho denunciato io nel 1988 alla procura della Repubblica. Ho mandato una fidejussione, invitando a verificare chi ci fosse dietro. E da questo nacque un'inchiesta. Dal 1987 ho denunciato Ciancimino e il comitato d'affari e ho l'orgoglio di essere stato l'unico sindaco de che ha cacciato gli amici di Lima e Andreotti dalla giunta». Orlando, i carabinieri sostengono che ci sarebbe stato un mancato controllo da parte della sua giunta sulla solidità di quelle imprese... «Ripeto. Si indaghi su tutto. Su tutto! Voglio collaborare per primo». Si torna a parlare della telefonata del riciclatore Bahl: «Orlando è stato a casa del mafioso Lo Cascio»... «Sì, certo lui parla di un sindaco di Palermo nel novembre del 1990. Ma lo sanno tutti che allora il sindaco non ero io. Ancora questa storia?». Si torna a parlare anche di un incontro tra lei ed un esponente della Rete, mandato dalla mafia per ammorbidirla. Orlando ride: «Ma quale incon¬ tro? Guardi, le dico una cosa: pentiti di tutto il mondo parlate. Magistrati indagate, sono con voi». Orlando, ma se quello che lei dice è vero, non ci sono alternative: c'è un complotto contro di lei. O no? «Complotto o non complotto, se serve a colpire i politici collusi con la mafia, ben vengano i complotti! E comunque se Caselli vuole riaprire delle inchieste, fa bene. E sarebbe opportuno che riaprisse tutte le inchieste chiuse da Giammanco». Ma lei si aspettava qualcosa? «Io mi aspetto di tutto. Perché da anni ho fatto una scelta di vita: che è possibile combattere fino in fondo la mafia e l'intreccio tra mafia e politica». Leonardo Messina resta per lei uno dei pentiti più attendibili? «Non lo so. Mi pare che in questa vicenda abbia riferito cose dette da altri. Ha detto che ero democristiano. Ma io ho rotto con la de quando era forte, sei anni prima dell'avviso di garanzia a Gava e Andreotti». Ma se davvero un'inchiesta venisse aperta, lei rinuncerebe all'immunità parlamentare? «Figurarsi, io sono lì a collaborare». E dunque? «Mi offendo che lei mi faccia questa domanda: ma certo che rinuncerei all'immunità, sono per l'abolizione di questo privilegio. Anzi: si sappia che io l'immunità non ce l'ho». Fabio Martini «Io dico ai giudici di andare avanti e riaprire tutte le inchieste» Il procuratore di Palermo Gian Carlo Caselli (a lato) e sopra il pentito Leonardo Messina
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