Pannella: troppe mani su questo voto

Pannella: troppe mani su questo volo Pannella: troppe mani su questo volo «Occhetto non ci deve scippare la vittoria del Sì» IL LEADER RADICALE OROMA NOREVOLE Pannella, lei che è il «padre di tutti i referendum» non sarà un po' geloso di tutti quelli che lunedì, in caso di vittoria del Sì, sfileranno in processione come vincitori del 18 aprile? «Tutto è stato già fatto perché il successo nell'immagine se non nella realtà dovrà essere solamente di Mario Segni cui una campagna di stampa ha assicurato la leadership del movimento referendario. Se poi si presentasse la frotta dei millantatori professionali, la gente non li ascolterebbe nemmeno per un istante se non per sghignazzare». Lei dice ad Occhetto: «Giù le mani dal referendum». Ma davvero crede che il segretario del pds abbia intenzione di «scippare» l'eventuale vittoria dei Sì al Senato? «C'è un precedente che ci deve mettere in guardia: lo scippo del referendum sulla responsabilità civile dei giudici. Oggi va stroncata sul nascere l'aberrante tesi fatta propria da Occhetto secondo cui in Italia il referendum non è abrogativolegislativo ma semplicemente "orientativo". Deve essere chiaro che questo tentativo di egemonizzare la politica del Paese assicurando leggi "materiali" contro le leggi "scritte" costituisce un discrimine assoluto tra le forze politiche nei prossimi mesi. I democratici, e scomodo questo termine a ragion veduta, questo non possono accettarlo. Orlando ha già dichiarato che se necessario si "incatenerà" per difendere il risultato referendario contro simili mistificazioni». Una volta tanto una parolina buona per Orlando. «Sì. Ma resta un gran pasticcione. Come ogni demagogo è sincero ma fragilissimo e ho il timore che quando torneranno indietro i boomerang che non smette di lanciare proverà su di sé in modo ancor più lacerante ciò che già provano coloro contro i quali li ha scagliati. E' un triste gioco da ragazzi trovare un pentito, due pentiti, tanti pentiti, che lo accusino. E se ancora non l'hanno già fatto mi pare ovvio che prima o poi si finirà così. La solita solfa: mi toccherà stargli accanto». Già si tracciano gli scenari del dopo 19 aprile: un nuovo governo oppure elezioni anticipate. «Per colpa di quel pasticcione di Orlando tocca ribadire che non si vota né su questo presidente della Repubblica, né su questo Parlamento, né su questo tipo di governo. Adesso c'è la voga degli attributi - istituzionale, o addirittura "eccezionale" - nonché dei superlativi come "governissimo". Peccato che i governi siano appunto i governi e che il loro eventuale valore eccezionale non è acquisibile con qualche nuova trovata del lessico politico. A parte il fatto che ogni governo è per definizione istituzionale, non dispiaccia a Occhetto ma un governo deve occuparsi di economia, di due milioni di miliardi di debito pubblico, di disoccupazione, delle casse integrazione di cui dovrebbero occuparsi i procuratori della Repubblica perché costituiscono misfatti penalmente rilevanti oltreché economicamente disastrosi. Questi sono i problemi e temo che il pds sia la forza politica meno attrezzata ad affrontarli». E al «padre di tutti i referendum» è piaciuta questa campagna referendaria? «Da un mese lo spettacolo politico, che da sempre sostengo potrebbe essere non solo il più nobile ma anche il più appassionante, occupa 24 ore su 24 tutti i nostri mass media. E questo accade in una condizione di equal time nel confronto tra i due "partiti" che non ha precedenti nella nostra storia. E' stata una lotta che sconvolge le residue realtà ideologiche e di apparte¬ nenza nel nostro Paese. Le conseguenze saranno incalcolabili, con effetti immediati di accelerazione della scomparsa dei partiti tradizionali. Tranne dell'unico che resista, quello che si è insediato sull'intero territorio nazionale, elemento sociologicamente aggregante di tutto il parastato partitocratico che dispone di un suo formidabile organo di lotta e di copertura politica: parlo del pds fiancheggiato dal Tg3». Non le pare di essere un po' troppo aspro con il pds? «E a chi fa riferimento se non al pds quella rendita ferocemente parassitaria su 10 milioni di tesserati sindacali che in Italia costituiscono una base patrimoniale, finanziaria e di potere senza pari, e tutto grazie allo Stato e ai padroni che funzionano come esattori? Al poderoso parastato partitocratico Occhetto vuole garantire la sopravvivenza sotto la propria egemonia: una montagna di poteri trasformisti da opporre al movimentismo leghista e a quello che definiscono pannelliano. Non c'è da stare allegri: se questo progetto prende forma nell'annientamento di ogni altra realtà politica, sarà un pericolo per la speranza democratica». Pierluigi Battista «Il pds è la forza politica meno attrezzata ad affrontare la crisi» «Orlando resta un pasticcione e dovrò difenderlo» IMI A sinistra Achille Occhetto Di fianco Giuliano Amato Nella foto grande Marco Pannella Sopra il leader radicale in una vecchia campagna per i referendum Di fianco Emma Bonino, segretario del partito radicale

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