L'IMPOTENZA DELL'UNICO DIO

L'IMPOTENZA DELL'UNICO DIO L'IMPOTENZA DELL'UNICO DIO HI si accosta a questo M ■ poderoso, quasi monuH 1 mentale libro di H. Kùng ì ! * (Ebraismo, Rizzoli, pp. ' I 842, L. 50.000, traduzio| | ne di Giovanni Moretto) ■ j I non deve attendersi una H I teologia cristiana dell'eV J braismo come quelle ormai classiche di C. Thoma e di F. Mùssner. Kùng fa sì teologia in questo libro, ma non per un confronto ecumenico delle fedi ebraica e cristiana, bensì nella convinzione che la salvezza del pianeta passi attraverso il dialogo delle religioni tra di loro, come sta scritto lapidariamente all'inizio dell'opera: «Non c'è pace tra le. nazioni senza pace tra le religioni, non c'è pace tra le religioni senza dialogo tra le religioni, non c'è dialogo tra le religioni senza una ricerca sui fondamenti delle religioni». Ormai da anni Kùng fa teologia in questa prospettiva, ma questo libro fa parte di un progetto molto ambizioso: tracciare la mappa delle tre religioni monoteistiche che riconoscono lo stesso Dio, cioè Ebraismo, Cristianesimo e Islam, e quindi metterle in confronto e in dialogo tra loro affinché ne scaturisca una più grande possibilità di pace per tutti gli uomini. Kùng offre dunque al lettore un'accurata analisi dell'ebraismo innanzitutto rileggendo il passa¬ to, cioè la storia di Israele dall'origine, collocata in Abramo, fino ad oggi. In questa rilettura Kùng fa emergere una serie di paradigmi che solcano l'intera storia d'Israele: il paradigma tribale dell'antico Israele, quello regale da David fino alla caduta di Gerusalemme, quello teocratico impostosi nel periodo post-esilico, quello rabbino-sinagogale nel Medioevo, quello assimilazionistico nell'era moderna. L'Israele del passato non è solo letto, ma interpretato, ed è proprio a partire da questa ermeneutica che Kùng passa poi a delineare il presente di Israele. Un presente che resta sotto il «segno» dell'olocausto e che richiede ai cristiani l'assunzione e la confessione della responsabilità dell'antigiudaismo che ha nutrito e dato il suo contributo all'antisemitismo europeo. Nel presente poi permane tra cristiani ed ebrei l'irriducibile differenza costituita da Gesù, causa di conflitto, ma anche possibilità di confronto e di riawicinamento tra i due popoli fratelli. La terza parte riguarda il futuro con le sue virtualità di conflitto o di dialogo, di pace o di guerra a partire dalla presenza politica dello Stato di Israele nel mondo arabo. In questo cammino verso la pace e verso un ordine mondiale occorrerà anche porsi in modo rinnovato il problema del discorso su Dio perché con l'olocausto Dio ha fatto conoscere un nuovo volto: quello del Dio com-passionevole, che con-soffre, che condivide il dolore, la sofferenza, l'impotenza con gli uomini. In questo modo Kùng di fatto offre al lettore una mappa affinché questi possa guardare senza smarrirsi al firmamento stellato dell'ebraismo e ne sappia leggere e interpretare le costellazioni, i paradigmi. Kùng si vuole in dialogo con questa realtà complessa, multiforme e vivente che è l'ebraismo e quindi nel suo percorso resta in ascolto attento della storia, della tradizione, dei testi, ma pone anche delle domande, domande di un cristiano pieno di rispetto e di simpatia per l'e-

Persone citate: Gesù, Giovanni Moretto, Thoma

Luoghi citati: Gerusalemme, Israele