Donne in rivolta: ho la casa sporca e me ne vanto

Le «vittime» sfuggono i rapporti seri Guarire da soli diventa impossibile Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna l'economia domestica è già diventata un lavoro facoltativo Donne in rivolta: ho la casa sporca e me ne vanto In allarme i produttori di detersivi 111 CASALINGHE SUL VIALE DEL TRAMONTO jj LONDRA NOSTRO SERVIZIO Piccole Donne spazzano (la polvere sotto il tappeto). Le gioie del zozzo vivere sembrano avere intossicato americane e inglesi, specie se sotto i trent'anni, specie se professioniste. Dalle pagine del «New York Times» la discussione sul declino dell'economia domestica è rimbalzata in Gran Bretagna. «Per me, la casa ordinata è una barzelletta», scrive baldanzosa Alice Thomson sul «Times». Molte altre sue connazionali, assicura, delle pulizie se ne infischiano assai. La cultura dello Spie e Span agonizza. Sono lontani i tempi in cui le case americane rilucevano sotto gli strofinacci. Oggi l'impeccabilità non è più un mito: si cerca di mantenere un minimo di apparenza e non ci si preoccupa se sotto al letto si accumula la lanugine: tanto, chi la vede? I rappresentanti di detergenti non piangono ancora miseria, ma lamentano affari ben più magri di qualche anno fa. Gli economisti confermano. Carolyn Forte, condirettrice del Good Housekeeping Institute di New York, spiega dottamente: «Le priorità vengono ridistribuite, anche in casa». Mary Ellen Pinkham, titolare di una rubrica di pulizia domestica pubblicata su 150 giornali statunitensi, prende il cambiamento alla garibaldina: «Evviva il caos», inneggia. Sebbene asserisca di lustrare a specchio la propria abitazione, è comprensiva con chi non fa altrettanto. «La casa americana diventa sempre più sporca. La gente ha di meglio da fare, piuttosto che pulire»: per esempio, preferisce occuparsi dei bambini. Il tempo manca: ecco la vera ragione per cui la moquette si inselvatichisce e le cibarie dimenticate sul fondo delle pentole mettono i germogli. In Inghilterra le cose non stanno diversamente. L'opinionista del Times si bea del proprio putiferio domestico: «A scuola mi tiravano le orecchie se non dimostravo di avere imparato ad apparecchiare correttamente la tavola. Oggi non ho la minima idea di dove si trovi l'asse da stiro, ammonticchio i vestiti in una pila e li passo al vaglio soltanto alla fine della settimana». E dire che gli inglesi godevano di una formidabile reputazione casalinga. Alla vecchia scuola della signora Beeton (autrice del «Libro di economia domestica», vangelo di ogni scrupolosa signora fino a qualche anno fa), le giovani moderne oppongono cataste di biancheria, magliette e scarpe. «Io credo invece che molte lavoratrici tengano ancora alla casa dissente Ann Oakley, autrice di "Sociologia del lavoro domestico" -. Questo perché tutte sono ancora bombardate dall'equazione "brava donna-brava donna di casa". L'unica differenza di classe è che le professioniste tendono a parlarne meno». Sarà. Sue Rorstad, proprietaria di Poppies UK, la più grossa impresa di pulizie del Regno Unito, sostiene che molte donne preferiscono attingere allo stipendio per affidare il lavoro a qualcun altro, ma che l'orgoglio per la casa non è morto. I manager delle più importanti ditte di traslochi americane sono più ruvidi. Dicono che gli standard domestici sono crollati negli ultimi cinque anni. «Entriamo in una bella casa, dove tutto sembra a posto, spostiamo il divano e solleviamo tanta polvere da prenderci l'asma», giura Toni Davis, vicepresidente di Mini Moves, un'azienda di Cincinnati. Dove poi ci sono bambini ed entrambi i genitori lavorano, bisogna farsi strada con il machete. La vera variabile sono gli uomini. John Robinson, direttore del Centro di ricerca dell'Università del Maryland, afferma che nel 1985 le donne americane sottraevano un'ora e mezzo alle pulizie ogni settimana, rispetto a vent'anni prima. I maschi impiegavano soltanto un'ora in più: è fatale che la polvere si ispessisca in quella mezz'ora restante. Un sondaggio della Black e Decker, condotto una settimana fa, abbozza un quadro più tetro. Il 43 per cen¬ to delle donne ammette di dedicare alla casa meno tempo e di ricevere meno aiuto dai mariti rispetto a cinque anni fa. Non è più alla mamma che vogliamo assomigliare, suggerisce il «Times» dall'altra parte dell'oceano. E di sicuro i nostri compagni sono corresponsabili delle croste sull'acquaio. Maria Chiara Bonazzi I piatti da lavare restano per giorni coperti di grasso La moquette è zeppa di polvere Scoppia la polemica sui mass media ì i o e e a a ì

Persone citate: Alice Thomson, Ann Oakley, Carolyn Forte, Decker, John Robinson, Maria Chiara Bonazzi I, Mary Ellen Pinkham, Span, Sue Rorstad, Toni Davis

Luoghi citati: Cincinnati, Gran Bretagna, Inghilterra, Londra, Maryland, New York, Regno Unito, Stati Uniti