«Avete bisogno di noi Difendeteci dalla ferocia»

«Avete bisogno di noi Difendeteci dalla ferocia» «Avete bisogno di noi Difendeteci dalla ferocia» 1 :■. :■■■.:.:.■.>.■■:■.:..:■...:■::■■.' LO SCRITTORE MAROCCHINO ACCUSA TAHAR Ben Jelloun, 49 anni, magrhebino, scrittore e giornalista. I suoi romanzi e i suoi saggi, oggi, sono editi in Italia da Einaudi. Sull'Italia ha scritto «Dove lo Stato non c'è», raccolta di racconti-verità, piccole cronache di un viaggio tra Campania, Calabria e Sicilia. Ben Jelloun, con l'aggressione a Nowfer, rappresentante del Forum degli emigranti della Cee, si è voluto colpire un simbolo? «Credo che questo episodio orribile vada visto in un contesto generale, che già si era preannunciato quattro o cinque anni fa con le azioni di intolleranza di piccoli gruppi, e non soltanto in Italia. Poi l'intolleranza è diventata ferocia, come ha dimostrato il rogo in cui una profuga turca e una bambina sono morte in Germania non molto. tempo fa. Quella donna e quella bambina non erano simboli, non erano dirigenti di organizzazione alcuna. Rappresentavano soltanto "lo straniero". Voglio dire che atti così gravi non credo siano frutto di un'organizzazione vera e propria, ma di una minoranza marginalizzata, che però esiste, agisce ed è pericolosa. Credo anche che esistano delle responsabilità per tutto questo». Responsabilità politiche? «Di attenzione insufficiente da parte della società civile. Temo che l'estremismo spalanchi le porte alla destra. La destra dice: l'intolleranza e il razzismo vengono dall'insicurezza, e l'insicurezza è la sinistra al potere, perché la sinistra non ha saputo risolvere i problemi, compresi quelli dell'immigrazione extracomunitaria in Europa. Si sentono molti discorsi del genere in Francia e in Spagna. E la gente finisce per crederci: se mi svaligiano la casa, i ladri sono di sicuro stranieri. Ancora: se le fabbriche non mi assumono non è colpa della concorrenza giapponese ma degli stranieri, che mi portano via il lavoro. Fantasmi». In Italia la sinistra al potere sinora non c'è stata. «Infatti trovo impressionante che aggressioni razziste avvengano nel vostro Paese. L'Italia è conosciuta per i suoi problemi, in questo momento più che mai, ma non per l'intolleranza verso gli stranieri». Come spiega l'aggressione a Nowfer, allora? «Con l'attività di quelle minoranze di cui dicevamo prima, con la mancanza di informazione, con l'inciviltà contro cui non c'è, sembra, una mobilitazione sufficiente, nemmeno da voi. E certo la cosa è preoccupante». Preoccupa lei in prima persona, come straniero? «Come straniero sono scandalizzato. E mi domando se la sicurezza degli immigrati sarà garantita dall'Europa unita. Mi riferisco agli immigrati extracomunitari che in Europa si sono stabiliti e stabilmente lavorano. Per l'immigrazione clandestina i problemi sono ancora diversi. Insomma, è come se assistessimo a una specie di "deriva" verso destra nel mare del qualunquismo. Voi avete le Leghe. In Francia il linguaggio del signor Pasqua e compagnia sbandiera l'effetto stranieri: l'insicurezza delle società in cui viviamo proverrebbe dagli stranieri che assediano l'Europa. Eppure l'Europa di noi ha bisogno, altrimenti...». Altrimenti? «Il capitalismo non ha sentimenti. Non ci fosse bisogno degli extracomunitari, che sono grande fonte di manodopera, con tutti noi avrebbero già fatto un bel charter e ci avrebbero rimandati a casa. Quello che è colpevole è la tolleranza di certe aggressioni verso gli stranieri. Ci vogliono risposte forti da parte degli Stati, perché gesti orribili, spaventosi come quello di ieri non si verifichino». Lei che risposte darebbe? «Maggiore informazione, prima di tutto, sulla realtà dell'immigrazione. Poi stimolerei l'attività dei movimenti antirazzisti e delle organizzazioni per la difesa dei diritti dell'uomo a trovare nuove forme di mobilitazione nella lotta contro il razzismo. E poi c'è un'altra questione fondamentale: i nostri Stati d'origine dovrebbero dare dei segnali, sbattere i pugni sul tavolo, pretendere che gli extracomunitari siano rispettati nei Paesi dove sono accolti come lavoratori. E' vero che l'Europa è stata ospite del razzismo assassino, ma ha anche forti tradizioni opposte, di umanità, di lotta all'intolleranza razziale. E se è vero che il razzismo è, purtroppo, un dato universale, che a ben vedere si alimenta ovunque degli stessi temi, è altrettanto vero che i popoli hanno dimostrato la capacità di rifiutarlo, di combatterlo. Gli italiani lo hanno dimostrato. Sono certo che lo dimostreranno anche di fronte alla terribile aggressione a Nowfer». Eva Ferrerò Tahar Ben Jelloun: «Da straniero temo per il nostro futuro» m MB Lo scrittore marocchino Tahar Ben jelloun (a sinistra del titolò) teme per il futuro degli stranieri in Europa «Serviamo come manodopera e non siamo tutelati»

Persone citate: Ben Jelloun, Einaudi, Tahar Ben Jelloun