Lite De Benedetti-Berlusconi di Valeria Sacchi

L'Espresso: Letta finanziò il psdi. Replica la Fininvest: e voi per anni i socialisti L'Espresso: Letta finanziò il psdi. Replica la Fininvest: e voi per anni i socialisti Lite De Benedetti-Berlusconi Per «Manipulite» torna la bufera MILANO. Mani pulite lambisce Silvio Berlusconi. Per via di un contributo in danaro versato nel 1989 al partito socialdemocratico da Gianni Letta, vicepresidente di Fininvest Comunicazione, stretto collaboratore di Sua Emittenza. Un reato caduto in prescrizione, ma che l'«Espresso» rilancia nel prossimo numero. Immediata la reazioni di Fininvest, che ammette il fatto, ma ricorda che «si tratta di un episodio lontano nel tempo e circoscritto nelle dimensioni, già chiarito nelle sue motivazioni personali e nelle sue finalità (manifesti)». Già che c'è, Berlusconi ritorce l'accusa, rivangando una storia già nota: presunti finanziamenti al psi da parte di Carlo De Benedetti. Un fatto emerso nella deposizione del socialista Vincenzo Durso al giudice Gherardo Colombo, e archiviato perché basato solo su testimonianze indirette (ne aveva parlato a Durso Vincenzo Balzamo), e comunque caduto in prescrizione. A sera la nuova replica di De Benedetti, tramite una secca nota: «A seguito delle false e farneticanti insinuazioni Fininvest già a suo tempo categoricamente smentite, l'Olivetti dà mandato ai propri legali di agire conseguentemente in ogni sede giudiziale nei confronti della Fininvest». Controbatte ancora Fininvest: «Non sono insinuazioni false e farneticanti ma atti giudiziari». Ancora una volta è tornata a divampare la guerra tra il presidente di Olivetti e il patron di Canale 5. Due uomini che si erano già fronteggiati senza esclusione di colpi nella guerra perii possesso della Mondadori, con caratteri e stili opposti. Due imprenditori oggi divisi da un'altra posta importante: la pubblicità. Dove per Fininvest sono in gioco 400 miliardi di telepromozioni e un braccio di ferro con la normativa Cee e il Garante dell'editoria. Ma torniamo a Tangentopoli. Con una-anticipa'zióne al vetriolo, l'«Espresso» rivela che l'8 aprile scorso, davanti al giudice Antonio Di Pietro, Gianni Letta avrebbe ammesso di aver versato nel 1989, alla vigilia delle elezio¬ ni europee, una somma vicina ai 70 milioni a favore del psdi. A chiamare in causa Letta sarebbe stato Roberto Buzio, esponente socialdemocratico inquisito per «manipulite» che, elencando i fondi ricevuti dal partito in nero, avrebbe aggiunto «Cariglia mi ha riferito di aver ricevuto un contributo in danaro da Letta della Fininvest». Interrogato da Di Pietro, Letta avrebbe confermato la circostanza, sostenendo di essere stato contattato da Cariglia per avere maggiori spazi sulle reti del gruppo Fininvest, e danaro per le casse del partito. Nel ricordare che, comunque, il reato è caduto in prescrizione, il settimanale del gruppo De Benedetti insinua che potrebbe tuttavia ravvisarsi un reato di «falso in bilancio», qualora il versamento non fosse stato regolarmente iscritto nei conti Fininvest. «Per evitare speculazioni, o false strumentalizzazioni» Fininvest ha immediatamente risposto con un comunicato. Nel quale si definisce il finanziamento a Cariglia «un gesto di amicizia nei confronti di chi si trovava in difficoltà e che rischiava altrimenti disagi maggiori: nulla di più e nulla di diverso, come modalità, circostanze e riferimenti precisi ampiamente dimostrano». L'episodio, si legge più avanti, «non contraddice ma conferma il comportamento costantemente osservato dalla Fininvest ormai da molti anni nei confronti dei partiti, come più volte ricordato e documentato. Tutti i partitihanno usufruito della pubblicità in Tv a condizioni di particolare favore eguale per tutti, e regolarmente denunciate alla Camera dei Deputati nella scrupolosa osservanza della legge». Mai il nome di re Silvio era stato finora collegato con «Tangentopoli». L'unico Berlusconi rinviato a giudizio per un finanziamento alla de su una discarica, era il fratello Paolo. Che da un anno circa, ha separato le sue sorti da quelle di Silvio, diventando titolare unico delle attività immobiliari di famiglia e de «Il Giornale». Valeria Sacchi

Luoghi citati: Milano