Finanziaria, crack da 70 miliardi di Claudio Cerasuolo

E' la «Sfa», l'amministratore Francesco Milano indagato con l'accusa di bancarotta E' la «Sfa», l'amministratore Francesco Milano indagato con l'accusa di bancarotta Finanziaria, crack da 70 miliardi Duemila risparmiatori coinvolti nel fallimento Un crack da 70 miliardi rischia di bruciare i risparmi di duemila torinesi. Il fallimento della finanziaria «Sfa spa» e della «Sfa Commissionaria» è dell'8 febbraio scorso; lunedì prossimo, all'udienza per la prima verifica dello stato passivo davanti al giudice Massimo Macchia, si saprà quanti sono i creditori in sofferenza. Per ora il curatore fallimentare Carlo Rava ha ammesso 240 domande di insinuazione, ma il numero è certamente destinato a salire ancora. Protagonista della vicenda giudiziaria, su cui sta indagando il pubblico ministero Giangiacomo Sandrelli, è il finanziere torinese Francesco Milano, 44 anni, via Duranti 3, amministratore unico delle società fallite, che avevano sede in via San Quintino 28. Milano, assistito dal difensore Lageard, è già stato interrogato dal giudice Sandrelli come indagato di bancarotta. L'origine delle difficoltà del finanziere sarebbe da ricercare in alcune operazioni su titoli azionari e pronti contro termine effettuate nella primavera del '91 con intermediari in seguito coinvolti nel vorticoso valzer di titoli orchestrato dalle società del gruppo del finanziere Roberto Caprioglio (al centro di un giallo finanziario sul quale indaga il pm De Crescienzo). Francesco Milano avrebbe depositato titoli di clienti per 23 miliardi nella banca sicilia¬ na di Girgenti, che faceva capo a Caprioglio e che ora è in liquidazione coatta. Quando il curatore Rava ha cercato di recuperare i titoli della Sfa, i commissari della banca di Girgenti avrebbero replicato che non erano in grado di trovare la documentazione di riscontro. Il finanziere avrebbe anche detto al pm che l'andamento della Borsa negli ultimi mesi del '92 non gli ha consentito alternative. «Quando i risparmiatori hanno chiesto il disinvestimento ho cercato di far fronte alle loro richieste, ma poi ho dovuto capitolare». Secondo una prima ricostruzione fatta dal curatore, dei 120 miliardi che il finanziere aveva raccolto dai privati sarebbero stati restituiti solo una cinquantina. Nel dicembre scorso la Consob aveva vietato di assumere nuovi mandati all'Italia Fiduciaria, una società del finanziere Milano. Ma il provvedimento non è bastato ad evitare il peggio. Nel febbraio scorso, subito dopo la dichiarazione di fallimento della «Sfa spa» e «Sfa Commissionaria», la Consob ha sospeso per due mesi a titolo cautelativo la «Sfa Sim», l'unica società del gruppo del finanziere Milano che avesse l'autorizzazione alla raccolta di risparmio dai privati, contestando presunte violazioni di legge e irregolarità nella gestione. Claudio Cerasuolo

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