Già interrogato Galeone

La Figc apre un'inchiesta per i presunti illeciti a Pescara La Figc apre un'inchiesta per i presunti illeciti a Pescara Già interrogato Galeone La vendetta di una maga? PESCARA. Il Pescara è sotto inchiesta. La Federcalciowia aperto un'indagine sui presunti illeciti che sarebbero stati commessi da alcuni giocatori della squadra abruzzese. Una maga di Genova, Miriam Lebel, molto nota negli ambienti bene della città, ne ha parlato per telefono con Giovanni Galeone, allenatore dei biancazzurri sino a un mese fa, quando venne esonerato dopo l'ennesima sconfitta. Il primo passo dell'istruttoria: è stata acquisita la trascrizione di una telefonata pubblicata dal quotidiano pescarese «Il centro». Il secondo, di estrema importanza: l'interrogatorio di Galeone. Il tecnico è stato sentito da un inquirente federale nella sua casa di Udine. Impossibile, al momento, prevedere come si concluderà questa vicenda, che sta sprigionando gas velenosi. I tifosi sono in subbuglio, la maggior parte lancia accuse: «Cose non chiare sono accadute l'anno scorso e anche in questo campionato». Il sospetto, il pettegolezzo, il sussurro evocano le partite perdute dal Pescara con Brescia, Udinese, Fiorentina, Genoa (che costò il posto all'allenatore) e Torino: inoltre quella con il Taranto alla fine dello scorso torneo di B. Dario Falcone, capo storico del tifo biancazzurro, ha detto: «La maga genovese ha voluto vendicarsi perché la società non le pagò le prestazioni esoteriche. L'accordo era stato raggiunto sulla cifra di 200 milioni: la maga avrebbe dovuto concentrare sulla squadra gli influssi positivi onde farle vincere il campionato. Ha parlato perché non ha mai visto un soldo». Insomma, se tale storia di sortilegi applicati al pallone fosse vera, sarebbe grottesca. Però il capo tifoso ha aggiunto: «Il modo in cui il Pescara ha disputato quest'anno alcuni incontri non ci ha mai convinto: a Udine, dopo la sconfitta per 52, inseguimmo la squadra sino all'aeroporto per contestarla, aveva giocato in maniera scandalosa». Ma veniamo alla telefonata tra la maga e Galeone, il cui nastro registrato è stato mandato ad un giornale ed ha scatenato questa vicenda. La donna informa Galeone che «alcuni giocatori fanno tutto ciò che vuole il "Serpente"». Indica con questo soprannome la mente delle presunte combine intessute da qualche calciatore e aggiunge: «Il Serpente dice di aver agito con il consenso del mister». Galeone trasecola: «Scherza?». La maga parla anche del Torino: «Poteva venire fuori un pari» (finì 3-1 per i granata) e della punta abruzzese Bivi: «I giocatori che vendono le partite non si fidano di lui». Tra i calciatori pescaresi il clima è ovviamente pesante. Molti preferiscono tacere, alcuni cercano faticosamente di sdrammatizzare. Bivi dice: «Bisogna andare sino in fondo per rendere di pubblico dominio il nome dei responsabili. Se qualcuno ha preso dei soldi per combinare una partita, gli auguro di spenderli tutti, proprio tutti, in medicine». Da registrare pure lo sfogo di Mondonico: «Tre le ipotesi. Scherzo, macchinazione di infami, o qualche verità: e in tal caso ben venga questo scandalo perché ci permetterebbe di far piazza pulita di gente indegna di vestire la maglia granata». Ernesto Grippo Galeone (sinistra) avrebbe sospettato qualcosa. Bivi per la maga era incorruttibile

Persone citate: Dario Falcone, Ernesto Grippo Galeone, Galeone, Giovanni Galeone, Miriam Lebel, Mondonico

Luoghi citati: B., Brescia, Genova, Pescara, Torino, Udine, Udinese