Lsd, 50 anni di allucinazioni di Emanuele Novazio
Lsd, 50 anni di allucinazioni Parla il chimico che il 16 aprile '43 «creò» la sostanza destinata a segnare l'era hippy Lsd, 50 anni di allucinazioni «Non lo rinnego, ma sono contro la droga» BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Quando, il 16 aprile di cinquant'anni fa, Albert Hofmann uscì dal laboratorio della «Sandoz», a Basilea, al termine di una «normale giornata di lavoro», non s'immaginava che la sua freschissima scoperta sarebbe diventata emblema e strumento di una ribellione sociale, fra i giovani di mezzo mondo. Né che la storia e la cultura dell'Occidente intero sarebbero state influenzate da quel «legame» battezzato «Acido lisergico», ma diventato poi famoso come Lsd. A 87 anni, oggi, Hofmann ricorda volentieri: e fra tre giorni, assicura, celebrerà un anniversario che non gli dà «pena» ma «conforto». Da Basilea, lo scopritore della «droga dei figli dei fiori» rifiuta infatti «qualsiasi senso di colpa»: «Per una sostanza come l'Lsd, cinquant'anni sono come le prime scarpe di un bambino. Ci sarà ancora fra mille anni. Piuttosto, bisogna imparare a usarlo: l'acido lisergico ha dimostrato di essere molto importante, nelle sue applicazioni mediche». Cominciò per caso? «Stavo cercando un legame chimico che doveva servire da stimolatore cardiovascolare. Lo trovai, secondo i piani. Il caso si intromise a quel punto, e mi fece scoprire gli effetti psichici della sostanza». La provò su di sé? «Una goccia, o almeno una traccia lievissima, mi cadde casualmente sulla pelle che la assorbì. La sensazione fu fortissima, netta: all'improvviso, la percezione del mondo esterno si modificò radicalmente, tutti i miei organi ne furono intensamente stimolati. Ebbi l'impressione di essere diventato una parte del mondo esterno, di non essere più un elemento separato. Soprattutto questo, mi ricordo: l'unità col mondo esterno». Che cosa pensò, quando quell'ebbrezza finì? Si rese conto di aver sintetizzato una droga potentissima? «Mi fu subito chiaro che l'Lsd avrebbe potuto svolgere un ruolo in psichiatria, come stimolante. Ma non pensai che sarebbe "arrivato sulla strada", come droga. Perché l'esperienza che provai era di tipo demoniaco, profondo. Una sostanza del genere non poteva essere uno strumento di piacere, pen sai: porta a galla elementi del l'inconscio, e questo può essere orribile come un incubo». Ma provò stupore, meraviglia? «Non mi stupii. Quelle espe rienze, in realtà, non mi erano del tutto nuove: quel che si prova con l'Lsd lo si può sperimentare anche in una situazione di sobrietà, come esperienza puramente emotiva. Il pensiero sparisce, la percezione si intensifica, si vive di immagini. Mi era già accaduto qualcosa di simile, da ragazzo, senza prendere nessuna droga». Dopo quella «prima volta», sperimentò ancora l'Lsd su di sé? «Tre giorni dopo, il 19 aprile. Lo presi per via orale, un quarto di millesimo di grammo. Provai un'ebbrezza fortissima, ancora più intensa. Ho scoperto più tardi che quella dose era cinque volte maggiore della quantità sufficiente per un "viaggio"». E poi? «Poi l'Lsd comincò ad essere usato come stimolatore della circolazione. E in psicanalisi: per aiutare i pazienti ad esprimersi, ad esporre i loro problemi. A far riaffiorare, e in modo molto rapido, le esperienze traumatiche che si vogliono rendere coscienti con l'analisi. L'avventura della droga comin¬ ciò soltanto negli Anni Sessanta, in America. Quando gente famosa come Cary Grant, che la provò mentre era in analisi, ne parlò in una intervista a Life. Disse che grazie all'Lsd era finalmente in grado di amare, dopo quattro matrimoni falliti. Fecero scalpore anche le confessioni di una giornalista televisiva molto nota, Jean Dunlap: raccontò di essere guarita dalla sua frigidità grazie all'Lsd, e di avere avuto in seguito esperienze sessuali molto intense. Descrisse quei suoi or- gasmi incredibili in un libro, e milioni di americani cominciarono a prendere l'Lsd». Si dice che anche la Cia lo sperimentò. «E' vero. Cominciarono nel 1945, e i primi "horror trips" risalgono a quell'epoca: diedero l'Lsd a persone inconsapevoli di prenderlo. Ma questa gente si spaventò moltissimo per le sensazioni che provò: un uomo si buttò dalla finestra. Più tardi, all'inizio degli Anni 60, dieci ufficiali dell'esercito americano vennero da me alla Sandoz. Pensavano a una grande produzione "bellica" di Lsd, pensavano di utilizzarlo come arma. Volevano capire se sarebbe stato possibile somministrarlo al nemico per renderlo incapace di combattere». Cosa pensa della cultura alternativa che, vent'anni fa, fece dell'Lsd la propria arma? «E' comprensibile che si cerchi di uscire da una concezione materialistica del mondo. Ma questa sostanza non fa parte della nostra cultura. Più tardi ho scoperto che certe "droghe magiche" messicane sono simili all'Lsd: sono utilizzate da millenni come allucinogeni nei riti religiosi, ma restano sempre nelle mani degli sciamani e in un cpntesto rigorosamente cerimoniale. Prima di riceverle ci si deve preparare spiritualmente, si deve pregare e digiunare. Chi le prende si rivolge al dio. Noi, invece, non abbiamo una cultura della droga, da noi la droga viene utilizzata in modo pericoloso e sbagliato». E' giusto vietarne l'uso, dunque? «Faccio parte della Lega svizzera contro il proibizionismo, perché credo che un divieto serva soltanto alla mafia e non protegga i giovani. Bisognerebbe legalizzare la droga: lo Stato non dovrebbe diffonderla direttamente ma controllarne la qualità e la produzione, per escludere la mafia dal gioco. Ma si badi: l'Lsd non viene neppure diffuso dalla mafia perché non dà assuefazione, e la mafia ha bisogno di droghe che rendano dipendenti». Un suo libro sull'Lsd si intitola «Mein Sorgenkind». Questo suo «figliolo» continua a darle «molti pensieri»? «Un "bambino che dà pensieri" può finire su una cattiva strada, ma può essere anche molto dotato. E' successo anche alla mia creatura: ha grandi possibilità, se lo si usa bene. Altrimenti è un grave pericolo». Emanuele Novazio «Lo provai per caso: fu un'esperienza profonda di tipo demoniaco» «Figli dei fiori» negli Anni Sessanta. A destra, Hofmann e Cary Grant: un'intervista dell'attore «lanciò» la moda dell'Lsd in America
Persone citate: Albert Hofmann, Cary Grant, Hofmann, Jean Dunlap, Sandoz
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