Il compact scopre i maestri della «musica degenerata»

Il compact scopre i maestri della «musica degenerata» Da Krenek a Korngold, una casa discografica rilancia gli artisti che osarono sfidare il III Reich Il compact scopre i maestri della «musica degenerata» // nazismo li costrinse a tacere, ora sarà possibile ascoltarli tutti "7v~|UATTORDICI lettere ne11 re maiuscole su sfondo 11 rosso: «ENTARTETE 11 MUSIK» («musica dege-VJ nerata»). La Decca è anC data giù pesante, stampando questa striscia infamante sulla collezione di compact disc consacrata agli esclusi del III Reich. Si tratta di musicisti vietati dalla propaganda nazista perché giudicati troppo modernisti, troppo cosmopoliti; colpevoli di avere idee politiche avanzate o di essere ebrei. I compact, che stanno per essere distribuiti anche in Italia, a Parigi e nei Paesi di lingua tedesca hanno avuto un lancio senza precedenti. Si tratta di quattordici titoli, opere, composizioni sinfoniche, dirette da John Mauceri e Lo- thar Zagrosek. Inficimi casi sono musiche inedite o comunque mai registrate. I primi due titoli della collana sono Johnny spielt auf di Krenek, e II miracolo di Heliane di Korngold. La casa discografica vuole ridare vita a opere considerate roba di scarto per più di 50 anni. E, segno dei tempi, il termine «musica degenerata» viene utilizzato senza vergogna, come argomento per vendere. Era stato il Fuhrer stesso a stabilire i principi estetici entro i quali si dovevano muovere gli artisti tedeschi. Così come Stalin in Urss con le varie Unioni di artisti, anche nel Terzo Reich ogni creatore che non facesse parte degli elenchi amministrativi non aveva possibilità di lavorare. Inoltre ad ogni compositore veniva attribuita una nota di buona condotta che teneva conto sia delle sue concezioni estetiche sia del suo comportamento quotidiano. Le musiche «di divertimento» erano classificate nei dossier con la lettera «E». Quelle «serie» erano nella categoria «U». Una divisione a volte aberrante. L'opera Mahagonny di Kurt Weill, per esempio, era classifi¬ cata «E», mentre L'Opera da tre soldi di Brecht era sistemata nella «U». Nella primavera del 1933 avvengono i primi licenziamenti. Allontanato il 10 marzo dal posto che occupava sin dal 1926 all'accademia delle Arti di Berlino, Arnold Schoenberg emigra in maggio a Parigi. E' l'anno in cui abbandonano la Germania direttori d'orchestra come Bruno Walter, Otto Klemperer ed Hermann Scherchen, o il pianista Rudolf Serkin. Il compositore Franz Schreker non sopravvive alla propria messa all'indice e muore a dicembre. A Hindemith, ad esempio, Hitler non perdona di avere messo in scena una donna nuda nella sua opera giovanile L'alba. Nonostante la protezione di Wilhelm Furtwàngler, anche Hindemith è costretto a emigrare in Svizzera nel 1938. Alexandr Zemlinsky, George Szell, Ernst Krenek, Hans Eisler e tanti altri seguiranno il suo esempio. Nel 1938 a Dusseldorf fu organizzata una mostra sulla «Musica degenerata», un anno dopo quella sull'arte degenerata a Monaco. Su tutti i muri di Dusseldorf la mostra era reclamizzata da un manifesto che rappresentava un sassofonista nero, in smoking e con il risvolto ornato di una stella, non gialla, ma nera. Era chiara l'allusione all'opera di Ernst Krenek Johnny spielt auf, che che nel 1927 a Berlino ebbe immenso successo. Krenek non era ebreo. La sua opera su un soggetto ci¬ nematografico (gli amori di un compositore romantico e una star del belcanto avversati dalla disonestà di un jazzman americano), era il simbolo del modernismo in marcia durante gli anni folli. I «lieder», mescolati a musiche di varietà e al jazz, battevano su tutta la linea la «melodia infinita» wagneriana. E come se non bastasse, l'irruzione in una commedia borghese di un eroe nero seduttore di femmine bianche doveva far sobbalzare sulle poltrone i teorizzatori dell'epurazione razziale. Il miracolo di Heliane di Erich Wolfgang Korngold, invece, era assolutamente in linea con l'estetica musicale wagneriana. Ma Korngold era ebreo. Dovette emigrare negli Stati Uniti e divenne uno dei più fertili musicisti del cinema di Hollywood. Anne Rey Copyright «Le Monde» e per l'Italia «La Stampa» Con jazz e varietà negli Anni Trenta si imposero a Wagner I direttori d'orchestra Bruno Walter (a fianco) e Otto Klemperer (a sinistra)