In libertà Ruggeri, manager Fiat di S. M.

In libertà Ruggeri, manager Fiat In libertà Ruggeri, manager Fiat Di Pietro torna a San Vittore per sentire Mosconi MILANO. E' tornato in libertà Riccardo Ruggeri, il manager del gruppo Fiat già agli arresti domiciliari. Resta invece in carcere, per ora, Antonio Mosconi, amministratore delegato della Toro assicurazioni. Proprio ieri, però, il suo legale ha presentato una nuova istanza di scarcerazione dopo che per tre ore e mezzo Mosconi è stato interrogato dal sostituto procuratore Di Pietro. Mosconi era stato arrestato assieme a Francesco Paolo Mattioli, direttore finanziario della Fiat: l'accusa si riferisce a quell'ormai famosa cena con Maurizio Prada in cui, secondo l'ex esponente della de, si parlò di tangenti. Accusa sempre respinta sia da Mattioli che da Mosconi. Solo che il primo, nuovamente interrogato sul problema complessivo delle tangenti pagate dalla Fiat, aveva poi ottenuto gli arresti domiciliari mentre Mosconi aveva preferito attendere l'esito del ricorso in Cassazione. Un esito per lui negativo; ieri il nuovo interrogatorio. «Mosconi - spiega il suo legale, Roberto Ponzio - ha ribadito di aver avuto un ruolo secondario nella gestione di Cogefar-Impresit. Ne era, è vero, il vicepresidente, ma le decisioni venivano prese da Mattioli, che era il presidente, e da Enzo Papi, l'amministratore delegato». Proprio di questo suo essere «tagliato fuori» dalla fase decisionale, si era lamentato in azienda. Non solo, secondo quanto spiega l'avvocato, Mosconi «si è opposto fin dall'inizio all'acquisizione della Cogefar da parte del gruppo Fiat». Perché questa opposizione? Il legale non lo spiega ai cronisti, ma Mosconi, a Di Pietro, lo ha detto: ««Perché quella società era coinvolta nel sistema delle tangenti», avrebbe detto il manager. Aggiungendo di aver ribadito questa sua opposizione, al «sistema» anche dopo che la Cogefar era entrata nel gruppo. Si tratta, su questo punto, solo di indiscrezioni, ma pare che proprio su questa «spiegazione» Mosconi punti per lasciare San Vittore. Intanto Riccardo Ruggeri, amministratore delegato della «New Holland» (società a maggioranza Fiat che produce macchine agricole) e che a San Vittore non ha neppure mai messo piede, da martedì è completamente libero, senza alcun vincolo: oggi infatti parte per lavoro alla volta del Messico. Ruggeri era finito nell'inchiesta per il suo precedente incarico di direttore commerciale dell'Iveco e per una storia di una tangente di oltre un miliardo pagata tramite il concessionario Luigi Caprotti. Da Londra, dove vive, si era presentato a Palazzo di giustizia, aveva risposto «con lealtà» alle domande ed aveva subito ottenuto gli arresti domiciliari. In questi giorni il suo avvocato, Alberto Mittone, ha fatto istanza perché fosse revocata anche questa misura: la procura ha dato parere favorevole e il gip ha deciso. Ieri il gip (Ghitti assente per ferie, l'inchiesta tocca al collega Maurizio Grigo) ha deciso anche a favore di Roberto Araldi, il commercialista e docente universitario che avrebbe fatto da mediatore per una tangente pagata dalla Fiat Avio all'Enel: è agli arresti domiciliari con permesso di lavoro. Infine riappare il nome di Antonio Cariglia ex segretario del psdi: gli è stata inviata una nuova informazione di garanzia. Non si sa però né a che episodio si riferisca né a quale filone dell'inchiesta. Una cosa si conosce, il reato ipotizzato: è sempre il solito, violazione della legge sul finanziamento ai partiti. [s. m.]

Luoghi citati: Londra, Messico, Milano