Segn, i re dei duelli mancati

SI/NO Molti faccia a faccia «addomesticati» per evitare lo scontro diretto Segni, re dei duelli mancati Occhetto preferisce schivare Garavini Martinazzoli manda al suo posto Elia ROMA. Lo «storico» duello Fini-Occhetto è finito da pochi minuti, nello studio Rai di Saxa Rubra sono andati via quasi tutti e nel clima rilassato del «dopo-partita» Nuccio Puleo, arbitro dello scontro, rivela un retroscena: «Domani era in programma un faccia a faccia Martinazzoli-Ingrao. Ma non lo facciamo perché Mino Martinazzoli non viene, manderà il professor Leopoldo Elia». Una pausa e poi: «Qui c'è lo zampino di Occhietto...». Ma che c'entra Occhetto? E' mai possibile che si sia messo d'accordo con Martinazzoli per togliere al compagno Ingrao la chance di uno scontro col segretario della de? Ventiquattr'ore dopo, nel suo studio di Saxa Rubra, Puleo - gran cerimoniere dei faccia a faccia assieme a Nuccio Fava - non conferma né smentisce: «Interferenze esterne? Ma sai... Diciamo che non siamo riusciti a mettere in onda tutti i faccia a facccia che avremmo voluto. E Martinazzoli-Ingrao è soltanto uno di questi...». Da qualche giorno sugli schermi della Rai e sui network privati è un tripudio di duelli «uno contro uno», mai in quarantanni di televisione si era visto nulla di simile. Tanti scontri palpitanti in tv, eppure dietro le quinte c'è anche una storia segreta di scontri mancati, di fuggi-fuggi, di tanti «io con quello non ci parlo». In realtà, nella tv italiana, non c'è ma stata una tradizione di faccia a faccia, anche perché non c'è mai stata una polarizzazione politica a due o a tre e dunque, da una settimana Rai e network stanno sperimentando la «via italiana» allo scontro diretto. Con tutti gli aggiustamenti, i compromessi del caso. Tutto ha inizio dieci giorni fa, negli studi Rai di Saxa Rubra. Gli strateghi delle tribune politiche, i due Nuccio Fava e Puleo - mettono a punto un programma di scontri, cercando di assortire con sapienza i duelli. E di quel programma circola riservatamente soltanto qualche copia. Eccolo il menu segreto dei due Nuccio: Garavini contro Occhetto, Martinazzoli contro Ingrao, Pannella con¬ tro Rippa (già segretario del partito radicale), Segni contro Fini, Bossi contro Orlando. Cinque duelli al calor bianco, una scelta azzeccata dal punto di vista giornalistico e politico. Ma da quel momento, in Rai, inizia la via crucis. Ecco come la racconta Tommaso Fulfaro, braccio destro di Sergio Garavini, leader di Rifondazione comunista: «Il faccia a faccia con Occhetto? Abbiamo subito detto che eravamo pronti. Poi ci hanno ritelefonato dalla Rai e ci hanno detto: guardate che per quel tal giorno, Occhetto non può venire. Benissimo, gli abbiamo risposto, siamo disponibili anche per un'altra data, vedete voi. Ci hanno ritelefonato e ci hanno detto: Occhetto ha dei problemi anche per un'altra data. Alla fine ha preferito parlare con Fini...». All'ufficio stampa di Botteghe Oscure cercano di stroncare la polemica così: «Occhetto ha discusso in tv con Orlando, con Caponnetto, con Fini e con Magri, capogruppo di Rifondazione alla Camera. Le osservazioni di Rifondazione sono infondate». E così, se lo scontro tra il leader dei comunisti e degli ex comunisti alla fine non si è fatto, è saltato anche quello tra Pannella e Geppi Rippa, già segretario del partito radicale tra il 1979 e il 1981 e poi nemico dichiarato di colui che resta l'unico leader dei radicali italiani. Dunque anche Pannella, trascinante tribuno, ha messo il suo veto? «Diciamo che tutti avevano dei match poco graditi...», risponde Nuccio Puleo, che però ci tiene subito a ricordare che «proprio Pannella ha il record di tutte le tribune del referendum con un ascolto di sei milioni e 700 spettatori per un'intervista breve». Meno diplomatico è Rippa: «Mi risulta che Marco abbia fatto di tutto per impedire un dibattito tra i radicali per il Sì e i radicali per il No». Ma se Pannella non si è certo sottratto ad altri match impegnativi, chi ha cercato di schivare gli scontri diretti è Mario Segni. A Telemontecarlo, il 31 marzo, lo volevano per un'ora contro Orlando, ma «all'ultimo momento racconta Andrea Scrosati, capo ufficio stampa della Rete Edgardo Gullota di Tmc mi ha fatto sapere che Segni non ci stava». Anche Michele Santoro voleva Segni per un match con Orlando, ma Mariotto ha detto di no, spiegando: «Non parlo con persone incoerenti, che hanno tradito gli elettori». Alla Rai volevano Segni per un faccia a faccia, prima con Fini e poi con Garavini: saltati tutti e due. Nuccio Puleo ci sorride su: «Per il futuro mi verrebbe voglia di fare una proposta alla commissione di vigilanza: chi rifiuta uno scontro, non ne può fare un altro: perde tutto». Fabio Martini SI/NO Foto grande Umberto Bossi e Leoluca Orlando protagonisti in tv Qui accanto Leopoldo Elia e sotto Achille Occhetto

Luoghi citati: Roma, Telemontecarlo