E poi ci sarà la Stratorino
E poi ci sarà In Straforino E poi ci sarà In Straforino 1123 maggio si potrà correre anche in segno di solidarietà La Stratorino è stata in molte edizioni, passato il tempo della curiosità, l'occasione per conoscere quanto questa città è matta di bella gente, o bella di matta gente. Ed anche per conoscere un po' di più della città in senso fisico, delle sue vie, delle sue prospettive, delle sue offerte di panorama prossimo, quello della collina, e lontano, quello delle montagne. Per scambiare due chiacchiere in italiese con l'italiano immigrato, con il marocchino, con lo sportomane straniero del Bit. Diremmo che tanto divertissement, tanto senso ludico, tanto campiello mobile hanno persino messo in ombra il mero fatto sportivo. Ad un certo punto le cifre grandi della Stratorino hanno però fatto paura anche alla Stramilano, che pure godeva a priori di ben altro respiro. Poi la corsa si è sistemata nel rituale della città, è diventata un'abitudine, per taluni addirittura un vizio. Si è fatta anziana di rughe del tempo, legittime, per qualche edizione si è anche incartapecorita un po' di sussiego, alla sabauda, alla savoiarda anzi. Adesso ritorna - il 23 maggio motivandosi in maniera nuova, speciale. Nel senso che i proventi delle iscrizioni andranno al Centro di Medicina dello Sport di Torino, che «trasferirà» questo denaro in ricerca, con particolare attenzione, come sempre, al mondo dei ragazzi, delle scuole, dove si raccolgono i dati sempre significativi, talora allarmanti sulla condizione fìsica della popolazione più preziosa, quella di domani (e c'è un aggancio alla Maratona di Torino del 25 aprile, con i pettorali dedicati, anziché alla pubblicità, alla sensibilizzazione popolare per la ricerca contro il cancro). La Stratorino di quest'anno si dà in un certo modo alla medicina per sani, come appunto quella praticata dal Centro, alla medicina preventiva dei programmi di attività motoria, di attività fisica antinfortunistica. E in fondo proprio la Stratorino è nata ed è cresciuta per proporre quella elementare azione preventiva che è l'attività fisica senza problemi di attrezzatura, di divisa, di preparazione specifica. I suoi intenti si saldano in un certo modo con i comandamenti semplici e chiari che il Centro di Medicina emette periodicamente, all'insegna di uno sport per tutti che deve essere lo sport dei bambini, dei vecchi, dell'orgoglio fisico intimistico consistente nella periodica misurazione di se stessi, del giro dell'isolato, non della richiesta di una piscina sotto casa. Così legata ad una delle massime istituzioni sportive cittadine, ad una delle più utili, la Stratorino rispetta la sua natura di fatica benefica e intanto chiude come una specie di cerchio intorno alla pratica sportiva di massa, là studiata qui attuata, là proposta qui recepita. Naturalmente questo è uno dei motivi di sanità della manifestazione. Poi ci sono tutti i motivi soliti, quelli diciamo tipici dello sport amatoriale: con la possibilità, nella scenografia cittadina, di recitare ognuno una sua commedia sportiva dell'arte, inventandosi una battuta, un'iniziativa, un monologo. Torino fra l'altro è ricca, per queste recite, di suggerimenti e suggeritori: la corsa passa accanto a stadi che sono templi del grande sport e palestre che sono magari piccoli posti per piccole eresie, va nei parchi dove c'è gente che ogni domenica si fa una sua Stratorino piccola e intensa, «vede» il Po con i suoi rematori, certifica la vocazione sportiva totale di una città che forse proprio all'insegna di questo salutismo potrebbe connotarsi bene, facilmente, simpaticamente anche presso i suoi visitatori, senza pretendere di fare magie turistiche che competono ad altre località. [g. p. o.]
Luoghi citati: Torino
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