I bimbi che chiedono mille lire di Maria Teresa Martinengo

LA STAMPA Si allarga il fenomeno dei piccoli ambulanti, i più emarginati tra gli immigrati I bimbi che chiedono mille lire Fredo Olivero: «Lo sfruttamento è in famiglia» I Camilliani sollecitano impegno per salvarli Si continua a vedere nelle piazze e sotto i portici un numero indefinito di piccoli marocchini che offrono spugnette e chiedono l'elemosina di mille lire. Padre Adolfo e i confratelli Camilliarii dicono che sono gli extracomunitari più emarginati. «La gente, le autorità pensano a salvare i bimbi somali, i bosniaci, ma non notano la miseria di chi mendica sotto casa». I frati collaborano con la questura, i vigili, l'ufficio stranieri del Comune, il Tribunale per i minorenni. La loro è l'unica pronta accoglienza. «Il volontariato può far molto, ma sarebbe necessario maggior impegno da parte di tutti per programmare interventi incisivi». Nella Comunità Madian di via dei Mercanti 28 sono una trentina i minori marocchini ospiti. «Vanno a scuola, non hanno difficoltà. Ma potrebbero essere molti di più: tutti quelli che restano in strada a far soldi per qualche adulto». I Camilliani hanno incominciato ad accoglierli un anno fa, dopo lo sgombero del ghetto di via Piave 9. Dei dieci di allora ne sono rima¬ sti tre. Gli altri? Rientrati in Marocco o tornati col padre. A volte è grazie ai bambini se la famiglia si è ricomposta in condizioni più stabili. Padre Adolfo conosce tante storie: «Abbiamo avuto un bimbo di 8 anni. Il padre lo mandava a vendere agli incroci e lì lo ha prelevato la polizia. Il genitore ha accumulato cinque fogli di via, uno dei quali per maltrattamento di minore. Eppure, inspiegabilmente, un'ora dopo il fermo è venuto a riprenderselo. Niente da fare. Quel bambino, che a scuola vorrebbe andarci, è di nuovo schiavo. Ci ha detto che guadagna più del padre e del fratello maggiore messi assieme». Non è tutto. «La settimana scorsa ce ne hanno portati cinque in un giorno, ma nessuno s'è fermato. Sono terrorizzati dai familiari che li hanno portati qui per sfruttarli». La situazione dei minori stranieri a Torino è stata analizzata da Fredo Olivero e da Marina Merana al seminario del Mais (Movimento per l'autosviluppo, l'interscambio e la solidarietà) di cui Olivero è presidente: «L'Ufficio Stranieri del Comune negli Anni 90-91 ha seguito 218 casi di minori dei quali 20 in tutela al Comune, 96 consegnati all'atto della scarcerazione dal Ferrante Aporti, 39 senza parenti, 75 segnalati da enti vari, 15 soggetti a provvedimenti del Tribunale per i minori». Questa presenza, in crescita, ha portato alla creazione di un apposito Ufficio minori stranieri nell'ambito dell'assessorato all'Assistenza. «L'Ufficio - spiega Olivero - si occupa, tra gli altri, delle famiglie che si sono ricongiunte illegalmente, e dei piccoli ambulanti marocchini di Khouribga, quasi tutti figli di immigrati regolarizzati, mai inseriti al lavoro perché anziani o senza progetti di radicamento qui, pendolari tra Italia e Marocco, alloggiati in case dormitorio, animati solo dall'obiettivo del guadagno veloce». Un dato positivo: il crescente numero dei giovanissimi stranieri che frequentano la scuola: 1346 dalle materne alle medie. «Ma il 25% - dice Olivero - è senza documenti e non potrà conseguire alcun titolo di studio». Maria Teresa Martinengo Accanto ai minori extracomunitari che vanno a scuola ancora molti vendono oggetti nelle strade per conto di adulti

Persone citate: Fredo Olivero, Marina Merana, Mercanti, Olivero, Padre Adolfo

Luoghi citati: Italia, Marocco, Torino