Gli avvocati rifiutano di andare nei sotterranei di Claudio Cerasuolo

Tre giorni di sciopero per il Palagiustizia, udienze bloccate Tre giorni di sciopero per il Palagiustizia, udienze bloccate Gli avvocati rifiutano di andare nei sotterranei «Ad Alba, come a Milano, a Genova e in tante altre città sono stati costruiti palazzi di giustizia che accolgono tutti gli uffici giudiziari: perché questo non deve essere possibile a Torino? Non è ancora finito ed è già insufficiente»: questo il messaggio lanciato ieri dai legali torinesi. Per tre giorni a partire da oggi i processi saranno bloccati per l'astensione da tutte le udienze, civili, penali e amministrative degli avvocati, scesi sul piede di guerra per una duplice protesta: contro la collocazione della sede dell'Ordine prevista nel nuovo Palagiustizia, a sette metri e mezzo sotto terra, in quello che è già stato ribattezzato un «infernotto», e per gli uffici del «giudice di pace» relegati in una scuola delle Vallette. Allo sciopero aderiscono Ordine forense, Camera penale, Camera civile, associazione procuratori e avvocati, e associazione avvocati Piemonte e Savoia. Ha detto il presidente dell'Ordine Gian Vittorio Gabri: «Per anni abbiamo atteso di avere un palazzo di giustizia degno di questo nome e adesso scopriamo che è insufficiente ad accogliere tutti gli uffici giudiziari. Il consiglio dell'Ordine dovrebbe finire in un seminterrato ricavato dalla tramezzatura di una maxi aula». Ma è sulla collocazione degli uffici del giudice di pace alle Vallette che si scagliano le critiche più feroci. Ha affermato il presidente della Camera civile, Alber¬ to Buffa: «La logica vorrebbe che tutti gli uffici giudiziari fossero riuniti in un unico edificio. La scelta delle Vallette metterà i civilisti nella pratica impossibilità di poter svolgere il loro mandato. A gennaio, assieme al giudice di pace, entrerà in vigore la riforma del codice di procedura civile. Oggi la causa procede con memorie scritte che le parti depositano ad ogni udienza di rinvio. Da gennaio la trattazione della causa sarà "orale": il difensore dovrà essere presente alla prima udienza, il giudice sentirà le parti e deciderà se fare alcuni atti che in seguito non si potranno ripetere. Se un civilista in una mattinata avrà due cause, una in tribunale e una davanti al giudice di pace, non potrà essere contemporaneamente in due luoghi tanto lontani e scomodi da raggiungere come corso Vittorio e le Vallette». Ed ha aggiunto: «La nuova procedura è ispirata al principio di immediatezza e di oralità nella trattazione delle cause: cosa che diventerà impossibile nella situazione che si verrà a creare a Torino. Il rischio è che i legali trascureranno le cause di minore importanza, quelle che toccano più da vicino la gente». Per il presidente dell'associazione procuratori e avvocati Francesco Melano Bosco esistono responsabilità: «Del giudice di pace e della riforma di procedura civile si parla da anni. Qualcuno deve spiegarci perché gli uffici del giudice di pace non sono stati previsti nel nuovo palagiustizia». Claudio Cerasuolo Palagiustizia. Sopra avvocato Gabri

Persone citate: Francesco Melano Bosco, Gabri, Gian Vittorio Gabri, Ordine Gian, Savoia

Luoghi citati: Alba, Genova, Milano, Piemonte, Torino