Vongole e cazzotti un menù indigesto di Curzio Maltese
Vongole e cazzotti un menù indigesto TV E SPORT Vongole e cazzotti un menù indigesto PER dire di come sono ridotti gli sport «minori» dalla televisione, un mesetto fa avevo raccontato di un incontro di pugilato per il titolo nazionale dei welter (Serio-Riotta) disputato in una pizzeria di Lumezzane, profondo Nord. Le telecamere vagolavano sui visi tumefatti degli sfidanti e sullo sfondo, oltre le prime due file, si scorgevano allegre tavolate di ragionieri con giovanotti intenti a volteggiare nell'aria fumanti pizze. Ebbene, l'hanno fatto ancora. Mercoledì scorso Raiuno ha mandato in onda dal ristorante Le Cascine di Posillipo le strazianti riprese dell'Europeo gallo tra il campione (confermato) Vincenzo Belcastro e lo sfidante italo-belga John Miceli. Siamo così passati dai pugni alla capricciosa validi per il tricolore ai cazzotti europei alla vongola verace. L'escalation promette bene. E' probabile che il prossimo incontro per il titolo mondiale si svolga nel nuovo ristorante di Gualtiero Marchesi, noblesse oblige, e che la guida Michelin Italia, oltre alle celebri stelle e forchette, inserisca presto anche uno, due o tre guantoni, a seconda dell'importanza del match. Mi rendo conto che il pugilato in Italia probabilmente non interessa più a nessuno. Roba da pochi nostalgici di borgata, intellettuali col vezzo populista e rarissimi intenditori. Non è più di moda nemmeno contestarlo in nome della non violenza, che oggi si esercita per lo più nella protezione della cinciallegra, del cormorano rintronato del Golfo e della foca nana. Tutti soggetti più commoventi, agli occhi degli animalisti, di tanti ex galeotti, extracomunitari ed emarginati vari costretti a farsi maciullare la faccia e il cervello per tirare la paga del lesso e poco altro. Ma che si rimanga «prò», «contro» o semplicemente indifferenti, questa miscellanea televisiva tra boxe e «Il pranzo è servito» è francamente desolante. Già l'idea di un tizio che trangugia la pepata di cozze mentre due suoi simili schizzano sangue a tre metri di distanza non è, diciamolo, di quelle che scaldano il cuore. E non dev'essere facile né bello per i due pugili sul ring concentrarsi sul match tra di «una Napoli al dodi- Ora la boxe vaI conc I urla in trattoria ci!» «due fiorentine al sangue!». L'organizzatore Elio Cotena dice - cito dal Corrierone - che «tali iniziative tendono a vivacizzare l'ambiente depresso del pugilato italiano». Un creativo. Personalmente, alla fine della visione, ero a tal punto depresso da trovare vivace perfino Gigi Marzullo, a seguire su Raiuno (Marzullo, in generale, lo vedrei volentieri opposto a Tyson). Piuttosto, si tratta di un giochetto facile. La boxe non riempie più le sale. E dunque gli organizzatori, grazie alla compiacente Rai, si rivolgono alle osterie. Montano il ring accanto alle cucine, si fanno pagare dal proprietario, raccolgono un po' di pubblicità - i cartelloni servono anche a coprire la vista della platea desolatamente vuota - e ci guadagnano ancora. Tanto ormai l'importante, per qualsiasi avvenimento sportivo, è che «passi» in televisione. Trattasi, in una parola, di «marchetta». La «marchetta» è ormai l'unica logica seguita dalla tv, massime dalla Rai, nei confronti degli sport minori. Ovvero, tutto quel che non è calcio e in parte Formula 1 e grande tennis. Dall'atletica al motociclismo al ping pong può dunque succedere, e succede ogni settimana, che la tv ignori gare e meeting importanti per dedicare ore ed ore a feste di strapaese sponsorizzate dall'acqua minerale, dal politico locale, meglio se inquisito, o finanche dal gerarchetto Rai per far contenti i nonni della fidanzata (o gli amici della federazione). Così si ammazza l'interesse per questi sport. E una volta ucciso l'interesse, si sventolano i mediocri indici d'ascolto per affermare che «conta solo il calcio» e sul resto si è liberi di fare come si crede. A furia di mini circuiti e pedalate prò loco e prò assessore, perfino il ciclismo, il popolare e «telegenico» ciclismo che ha appena regalato un'avvincente Parigi-Roubaix, è finito in questo mercatino nero. Prima c'era finito il basket, ma alla grande, con la complicità del ministro da ballo Gianni De Michelis. Ora nessuno più ricorda i 50 miliardi di danaro pubblico buttati nel canestro dalla Rai per l'esclusiva del basket. Ma questa è un'altra brutta storia. Curzio Maltese ise^J Ora la boxe va in trattoria
Persone citate: Elio Cotena, Gianni De Michelis, Gigi Marzullo, Gualtiero Marchesi, John Miceli, Marzullo, Riotta, Vincenzo Belcastro
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