Preso Cauchi terrorista di destra

In fuga da 18 anni In fuga da 18 anni Preso Couchi terrorista di destra ROMA. Augusto Cauchi, considerato un esponente di spicco dell'estrema destra, è stato arrestato ieri a Buenos Aires dalla polizia argentina in seguito alle indagini compiute dai carabinieri del Ros. Colpito da 5 provvedimenti restrittivi, Cauchi deve rispondere di strage, associazione sovversiva e banda armata. Secondo fonti di stampa sudamericane, Cauchi (ritenuto un esperto in ordigni esplosivi) ha abitato in Argentina negli ultimi 14 anni. Augusto Cauchi è nato a Cortona (Arezzo) il 19 aprile 1951 ed è latitante da oltre 18 anni. Sparì, da Arezzo il 27 gennaio 1975, tre giorni dopo l'uccisione di due agenti di polizia da parte di Mario Tuti a Empoli. A quel tempo Cauchi era ricercato per aver fatto parte del gruppo aretino del Fronte nazionale rivoluzionario e partì da Arezzo, come è stato ricostruito successivamente, insieme a un amico, Luca Donati. I due raggiunsero la Francia: Cauchi proseguì verso la Spagna, mentre Donati rientrò in Italia e fu bloccato al valico di Ventimiglia. Nel settembre 1976 Cauchi fu arrestato dalla polizia spagnola per spaccio di dollari falsi. Ma il 30 ottobre dello stesso anno gli fu concessa la libertà provvisoria e da quel momento si persero le sue tracce, anche se di lui si è continuato a parlare nelle aule dei tribunali e nelle inchieste sul terrorismo nero. Attualmente Augusto Cauchi deve scontare 12 anni e sei mesi di reclusione per due diverse condanne passate in giudicato. La prima, del Tribunale di Arezzo, è di 5 anni per ricostituzione del partito fascista. La seconda condanna, a 7 anni e 6 mesi di reclusione, è dell'8 giugno 1987, quando i giudici della Corte di assise di appello di Firenze lo condannarono per associazione sovversiva e detenzione di armi. Sempre nel 1987 Cauchi fu processato, insieme a Licio Gelli, Andrea Brogi, Fabrizio Zani e altri, anche per l'attentato al treno «Palatino», compiuto il 21 aprile 1974 vicino alla stazione di Vaiano. Il treno riuscì a fermarsi dopo che un ordigno aveva fatto «saltare» un metro di rotaie. Il 15 dicembre 1987 la sentenza con la condanna di 10 dei 26 imputati. La corte condannò a 8 anni di reclusione Gelli, riconosciuto colpevole di sovvenzione a banda armata (secondo l'accusa aveva dato 18 milioni a Cauchi per acquistare armi ed esplosivi), a 16 anni Augusto Cauchi, a 15 Fabrizio Zani (per l'attentato al treno). Ma il 15 ottobre 1990 la sentenza fu in gran parte «cancellata» dalla prima sezione penale della Cassazione presieduta da Corrado Carnevale, che decise l'assoluzione dall'accusa di strage di Cauchi, Danieletti e Zani. Per quanto riguarda Gelli, ritenuto già in appello «non giudicabile» per mancanza di estradizione, la Cassazione dispose un nuovo processo in cui non poteva che essere prosciolto proprio per la mancata concessione dell'estradizione circa questi reati. Il 9 ottobre 1991 Gelli fu infine assolto dalla Corte di assise di appello di Firenze per non aver commesso il fatto. Per quanto riguarda, invece, Cauchi, l'ultimo capitolo giudiziario che lo riguarda è il proscioglimento con il quale, il 1° novembre 1990, si concluse l'ultimo troncone dell'inchiesta su una serie di attentati alle linee ferroviarie compiuti in Toscana traill974el'83. Ma di Cauchi si è tornati a parlare in queste settimane nell'ambito delle inchieste nelle quali è indagato il tenente colonnello Federico Mannucci Benincasa, ex capocentro del Sismi per la Toscana per 18 anni, fino al 1991. Mannucci Benincasa ha ricevuto avvisi di garanzia per le inchieste su Ustica, la strage di Bologna e per quella aperta dal procuratore di Firenze Vigna dopo il ritrovamento di un arsenale in un appartamento del quale il militare avrebbe avuto la disponibilità. Il collegamento starebbe in due incontri tra l'ufficiale e Cauchi avvenuti nel 1974, incontri nel corso dei quali si sarebbe parlato degli attentati ai treni. [r. cri] Augusto Cauchi è stato arrestato dopo 18 anni di latitanza