Le piante di Virgilio di Carlo Grande

Mostra al Museo Don Bosco di Viale Thovez Mostra al Museo Don Bosco di Viale Thovez Le piante di Virgilio Erbario poetico, dal cedro odoroso alla soffice lana degli Etiopi Dallo zafferano rosseggiante ai cipressi imponenti come Ciclopi Virgilio era un grande innamorato della natura e nelle sue opere, come un «San Francesco pagano» (ma nato più di un millennio prima del Poverello di Assisi), celebrò appassionatamente la forza e la dolcezza delle piante, degli animali, dei campi. Cento alberi e piante, cari al grande poeta latino, sono i protagonisti della mostra allestita fino al 13 giugno al Museo Don Bosco di Storia Naturale del Liceo Valsalice, in viale Thovez 37 (l'ingresso è libero. Orario: domenica pomeriggio dalle 14,30 alle 18,30). E' un «erbario» affascinante sia dal punto scientifico che poetico, una vera chicca per gli amanti delle lettere e della natura. Un modo insolito per legare la poesia classica al mondo vegetale, che può essere fiabesco e arcano. Ogni tavola presenta le fronde e le foglie delle singole specie, accompagnate dai versi immortali del «maestro di Dante»: dal cedro odoroso alla soffice lana degli Etiopi, dallo zafferano rosseggiante ai cipressi, imponenti come Ciclopi. Ci sono il melo, con il suo frutto prezioso per Galatea innamorata e il noce, che «si rivestirà, con grande abbondanza, di fiori nelle selve e piegherà i suoi rami olezzanti». Famossissimo il faggio che fin dal primo verso delle «Bucoliche» dà ombra a Titiro, o l'abete, complice di uno degli inganni più celebri della storia: «I Greci, ispirati dalla dea Minerva, costruiscono un cavallo di legno tanto grande che pare una montagna e ne intessono i fianchi con assi di abete». La mostra è frutto di un'attenta lettura di capolavori come l'«Eneide», le «Bucoliche» e le «Georgiche». Quello che i ragazzi della II Classico A non sono riusciti a trovare, l'ha integrato Giuseppe Brocardo, responsabile del museo. «Le piante ufficialmente censite nei capolavori del poeta mantovano - spiega Brocardo - sono 149. Ma salgono a 167 se si considerano anche i testi "impuri" dell'"Appendice virgiliana", che ne cita altre 18». All'esposizione ha collaborato anche Renato Uglione, professore del Liceo Valsalice e presidente della delegazione torinese dell'Associazione di Cultura Classica, quella che l'anno scorso ha organizzato al Teatro Carignano l'affollatissimo convegno su Orazio. «Quella di Virgilio - spiega Uglione - è una natura umanizzata, intima. Non fa solo da cornice del racconto, ma partecipa dei sentimenti che animano i protagonisti. E' la celebre "compassione" di Virgilio: gli alberi, come gli uomini, hanno "braccia", "chiome", addirittura sentimenti». Così la tenera vite, raccomanda il poeta nelle Georgiche, non deve essere potata usando il ferro, perché la pianta, quasi fosse una bambina, ha paura del metallo. Carlo Grande Una gigantesca quercia in un'incisione di Xavier De Maistre

Persone citate: Brocardo, Don Bosco, Giuseppe Brocardo, Greci, Minerva, Poverello, Renato Uglione, Uglione, Xavier De Maistre

Luoghi citati: Assisi