Ma la Ferrari non decolla di C. Eh.

Ma la Ferrari non decolla Ma la Ferrari non decolla Sospensioni, ecco il punto debole E fra due settimane c'è già Imola DONINGTON. Con il secondo centro stagionale la McLaren si è portata a 101 affermazioni nel Mondiale di F1. Nel giorno in cui la Ferrari eguaglia il suo record negativo di 37 gare senza vittorie, il team di Woking si avvicina a quei 103 successi che costituiscono uno dei primati più prestigiosi di Maranello. Si sta ripetendo la storia del 1989, quando John Barnard debuttò come progettista per la Ferrari. Dopo una fulminante affermazione di Mansell alla prima gara, tutta una serie di ritiri causati dalla mancanza di affidabilità. Allora erano i condotti del circuito idraulico del cambio a cedere, stavolta sono quelli delle sospensioni attive. Berger e Alesi si sono dovuti ritirare: l'austriaco perché la sua vettura era diventata inguidabile («Andava dove voleva»), il francese per colpa di un guasto analogo che ha compromesso anche il funzionamento del cambio. I due piloti raramente riescono a fare qualche giro con le vetture in assetto costante. Alla Ferrari si sostiene che, malgrado i risultati negativi, ci sono dei progressi. In effetti sul piano delle prestazioni c'è stato un piccolo allineamento con Be¬ netton e McLaren (la Williams è su un altro pianeta). Ma non ci si può neppure esaltare se Alesi, con un cuore grosso così, in una sarabanda di cambi di gomme, si inserisce per 5 giri al secondo posto. Teniamo conto del fatto che in quel momento erano già fuori scena Schumacher, Andretti e le due Sauber. Forse sarebbe il caso di prendere il prezioso e pagatissimo John Barnard per le orecchie e dirgli di darsi da fare più in fretta. Fra due settimane si correrà a Imola. E, sulla pista di casa, la gente, i tifosi, si attendono una Ferrari più dignitosa. Oppure dovremo accontentarci delle prestazioni della Minardi, che è entrata ancora in zona punti con il monzese Fabrizio Barbazza, ex vicecampione ita^ liano di F3 e «rockie» (recluta) dell'anno per un terzo posto nella «500 Miglia» di Indianapolis. Gli inglesi lo hanno soprannominato «Barbarella» per i capelli biondi lunghi e per l'assonanza del nome. Ma Barbazza, 30 anni, separato, con l'hobby della pesca, ha già dimostrato due cose: che non è solo un pilota con la valigia (di soldi) e che questa piccola ma brillante Minardi continua a crescere. [c. eh.]

Luoghi citati: Imola, Indianapolis, Maranello