La pista per lui è tabù di G. Ran.

La pista per lui è tabù La pista per lui è tabù Il francese invece fa le «6 giorni» Cipollini: una foratura e la resa ROUBAIX. Lo squadrone della Mg Bianchi, vinti il Giro delle Fiandre con Museeuw e la Gand-Wevelgem con Cipollini, ha mancato il tris per soli otto centimetri. La Parigi-Roubaix è sfuggita di un soffio a Ballerini che l'aveva splendidamente gareggiata. Sempre in testa alla corsa, ha sferrato l'attacco dove aveva deciso di sferrarlo. A trenta chilometri dal traguardo, sul quint'ultimo settore di pavé, s'è impetuosamente strappato dalla guardia di Ludwig, Van der Poel, che aveva precedentemente e per due volte tentato l'allungo, Van Hooydonck, Sergeant, Yaters e Van Itterbeeck. Gli ha resistito alla ruota, però, Duclos-Lassalle. Museeuw ha spezzato il ritmo degli inseguitori. Che cosa è mancato a Ballerini? Una cosa sola: la conoscenza della pista. Non di quella di Roubaix in particolare; della pista in assoluto. Duclos-Las- salle non è uno sprinter, non lo è mai stato, ma ha un robusto bagaglio di seigiornista e ha impostato il finale a suo piacimento. In Italia la pista s'è persa, nessuno la degna d'un minimo riguardo. E Ballerini ha gettato via la grande occasione della carriera comportandosi nel velodromo di Roubaix come uno sprovveduto dilettante. Cipollini ha il dono della velocità, non quello della resistenza. Protagonista nella traversata della Foresta di Aremberg (dopo 158 chilometri di gara), ha forato (sul pavé) a sessantacinque chilometri dall'arrivo e non ce l'ha fatta a rimontare le posizioni. Alle spalle di Ballerini, il più bravo degli italiani è stato Ghirotto, quindicesimo, [g. ran.]

Luoghi citati: Italia, Parigi