Raiuno tende la mano ai cattolici (ma che paura le fanno i musei)
r TIVÙ'& TIVÙ' Raiuno tende la mano ai cattolici (ma che paura le fanno i musei) SARA' riuscita Raiuno a riconciliarsi con il suo pubblico (verrebbe da scrivere «elettorato»...) cattolico, dopo il venerdì televisivo e santo che ha messo su? Oltre alla consueta Via Crucis presieduta dal Papa, in collegamento mondovisione con il Colosseo, sono stati trattati per ore temi religiosi nello speciale «Parola e vita»; senza contare le quattro puntate di «Il vento del Concilio», il programma di Leandro Castellani condotto da Vittorio Citterich. Per discutere sulla realtà di oggi e sul futuro della Chiesa, ultimo ospite è stato il cardinale Ruini, presidente della Cei. Una bella, sana, cattolicissima giornata di meditazione, adatta al significato del Venerdì Santo nella liturgia: in ascolto, ha raggiunto la sua punta con la maestosa Via Crucis papale (4 milioni 191 mila telespettatori). Ma forse non basterà una giornata per far dimenticare le intemperanze di quel cattivo di Baudo, che sulla stessa rete ebbe l'ardire di mettere le modelle a seno nudo, e di portare Madonna; e neppure basterà a far perdonare la cacciata, meglio, la non conferma, della tenera Elisabetta Gardini al timone delle sue lacrimevoli istorie (per poi sostituirla, la Gardini, con queir «A carte scoperte» che proprio non riesce a decollare). Abbiamo visto dal sondaggio di «Famiglia cristiana» che il Tgl non piace più neppure al suo pubblico tradizionale. Insomma, una rete allo sbando? Una rete molto attaccata dagli stessi che, tradizionalmente, dovrebbero esserle vicino. Vorrà dire qualcosa? Ancora su Raiuno: noi ogni tanto ficchiamo il naso nella bizzarria dei palinsesti, e le reti ce ne danno di continuo ottimi spunti. Ultimo caso: il programma di Antonella Boralevi che ha debuttato ieri. Si intitola «La penisola del tesoro», è dedicato ai tesori d'arte che l'Italia possiede in fulgida abbondanza (innesco sostiene che da noi si trova il 60 per cento delle bellezze del mondo) e che trascura o nasconde con un'incuria pari all'abbondanza. La situazione italiana è assolutamente scandalosa, ogni gesto di sensibilità nei confronti di questo problema che è primario, per il Paese, risulta meritorio. E invece che cosa fa Raiuno, terrorizzata dall'argomento «alto», dalla sola parola «museo»? Mette la trasmissione alle 9 del sabato mattina e la fa debuttare alla vigilia di Pasqua. Il programma, che non è noioso, denuncia una situazione drammatica, uno dei nodi del disastro italiano: possediamo tesori e non li sappiamo gestire, non ne ricaviamo nulla, né cultura, né denaro. Musei chiusi, orari folli, cronica mancanza di strutture: che fare? Il tema è enorme, nella prima puntata se ne sono toccati alcuni aspetti, gli ospiti in studio ne hanno discusso assai vivacemente, dimostrando pure, come la direttrice degli Uffizi, Anna Maria Petrioli, una discreta resistenza al cambiamento. Ma chissà quante difficoltà deve avere anche lei, povera professoressa. Spezzoni di film, interviste (ieri parlava il ministro Ronchey), filmati e un accompagnamento musicale misto (da Mozart a Bruce Springsteen) scelto con gusto. Senza agitarsi, mantenendo il suo modino, la Boralevi sa interrompere i suoi vivaci ospiti. Un programma che meriterebbe un po' più di fiducia. Alessandra Co mazzi — I ZZI 1
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