Sarti Antonio, un'altra vita

Il poliziotto di Bologna torna in tv, ma da Amburgo Il poliziotto di Bologna torna in tv, ma da Amburgo Sarti Antonio, un'altra vita Costretto a rinascere come Sherlock Holmes s ARTI Antonio, il poliziotto inventato da Loriano Macchiavelli, è duro a morire, ha resistito anche al desiderio del suo autore di farlo fuori. Il celebre precedente di Sherlock Holmes soppresso e poi dovuto far risorgere da Arthur Conan Doyle viene subito in mente, ed è curioso. Ma è anche curioso che, trovandomi a Roma e ricordandomi che in una premessa a Un poliziotto una città, raccolta di alcune avventure di Sarti Antonio ripubblicate da Rizzoli in occasione della fortunata serie televisiva omonima trasmessa e ritrasmessa da Raidue con successo, Loriano Macchiavelli aveva confessato il perché e il percome avesse fatto fuori il suo personaggio, ho cercato per un controllo quel libro: ma non l'ho trovato in nessuna libreria tra le molte consultate, dalle varie Feltrinelli alle varie Rizzoli, eccetera. Pur lavorando tra i libri, non mi ero sino a ora accorto di come fosse cambiata, nel senso di fragilità, la vita di un libro. «Ma è un libro uscito nel 1991», mi è stato obiettato con stupore, quasi mi rinfacciassero che era stato edito nell'Ottocento o prima ancora. E sono stato costretto ad arrendermi, anche se non mi pareva giusto. Ho già detto che la serie televisiva è andata bene, tanto da esser presto ripresentata. Non solo, ma si era già parlato di una nuova probabile serie. Il libro Un poliziotto una città poteva, insomma, meritare un poco più d'attenzione e di presenza in libreria. Facciamo conto che sia già esaurito e, se non ancora ristampato, almeno in corso di ristampa, dato che ormai le riprese della nuova serie hanno avuto inizio i primi di febbraio a Bologna in esterni e proseguono in questi giorni a Cervia per ricominciare a Bologna a fine aprile. Successivamente la troupe si trasferirà ad Amburgo e infine a Roma per gli intèrni. 'Si'tratta,'infatti, di una coproduzione italo-tedesca: Raidue e Ellepifilm con la Ndr di Amburgo. Gli episodi sono sei: «La Ghironda dagli occhi azzurri», «Pressing con il morto», «Il patto», «L'ombra dell'angelo», «Brindisi di compleanno», «Overdose». Cinque di questi episodi sono tratti da romanzi e racconti lunghi di Loriano Macchiavelli. «L'ombra dell'angelo» di Loriano Macchiavelli ha solo i personaggi fissi, ma è scritto da altri, la sto- ria è a firma di CincinnatiExacustos. «Il patto» avrà un regista tedesco e sarà girato quasi tutto ad Amburgo. Giulio Questi, il regista de «La morte ha fatto l'uovo», «Se sei vivo spara» e «Arcana», è il regista di tutti gli altri episodi. E' finalmente contento, Loriano Macchiavelli, dopo tante battaglie puntigliosamente sostenute per il buon nome del giallo italiano? Dopo tutto, i tedeschi sono quelli che in Europa realizzano i migliori telefilm polizieschi. All'ingresso dei tedeschi nella pro¬ duzione della seconda serie si aggiunge l'acquisto, da parte sempre della Ndr International di Amburgo, dei diritti della prima serie che, attualmente, vien venduta in giro per il mondo insieme con la nuova serie. Loriano Macchiavelli non si lamenta affatto, ovviamente, che il suo sanguigno e colitico personaggio, gran consumatore nonostante ogni controindicazione medica di caffè e di patemi d'animo, generoso, impulsivo, a volte ottuso come una zucca vuota e altre volte profondo come un'acqua cheta, sia arrivato a darsi del tu con l'ispettore Derrick o il commissario Koester, ma una lieve malinconia la nutre. Non sarebbe Loriano Macchiavelli, quello che ha osato scrivere un controromanzo per dimostrare che II nome della rosa di Umberto Eco è un enigma poliziesco sbagliato, se tenesse solo per sé un qualche scompenso d'umore nell'orgoglio per la raggiunta parità con lo straniero: «Per quanto mi riguarda, sono un po' deluso per la manomissione delle storie, ma ormai pare sia cosa normale: "loro" sostengono che io sono troppo letterario e io non so cosa voglia dire. Se uno scrittore non è letterario... A parte il fatto che una storia è una storia sia per il cinema che per la letteratura. Ma queste sono malinconie di scrittore...». Un minimo di civetteria se lo può concedere. Anzi, è opportuno che Loriano Macchiavelli se lo conceda davanti a un successo che è cresciuto lentamente ma implacabilmente da quando lui cominciò a narrare nel romanzo Fiori alla memoria, pubblicato da Garzanti nel 1975, le gesta scalcagnate ma coinvolgenti del sergente della Ps Sarti Antonio, aiutato o danneggiato nella ricerca della verità dalla saltuaria presenza al suo fianco di una specie di guru sessantottesco di nome Rosas, a quando lui cominciò a discutere con l'attore Gianni Cavina l'interpretazione dell'«Ispettore Sarti», come recitava il titolo della prima presentazione della prima serie. Cavina è stato un altro padre di Sarti Antonio. Bolognese come Loriano Macchiavelli, a lungo attore prediletto insieme con Carlo Delle Piane da Pupi Avati per i suoi celebri lunghi film televisivi «fatti di piccole cose» tipo Jazz Band, Gianni Cavina si è calato pienamente nella parte del poliziotto. E forse è stato Gianni Cavina, sia pure in perfetta collaborazione, ad allontanare un poco per volta Loriano Macchiavelli dal suo personaggio che si andava prepotentemente emancipando e contando per proprio conto. Forse l'idea di farlo fuori è venuta allora a Loriano Macchiavelli e gli ha fatto confessare a un intervistatore di questo giornale, Nico Orengo: «Io sono stanco di lui e così anche lui è stanco». Loriano Macchiavelli trovava troppo cresciuta Bologna in criminalità su scala nazionale e internazionale, dalle stragi politiche ai delitti sessuali, perché un poliziotto, in fondo dal cuore tenero, come il suo Sarti Antonio potesse cavarsela al meglio. Auspicava «un investigatore diverso, più duro, più represso. Vorrei che fosse antipatico, perché reale...». Speriamo che, contemporaneamente alla realizzazione di questa nuova serie di avventure televisive di Sarti Antonio (naturalmente, sempre interpretato da Gianni Cavina), Loriano Macchiavelli ripensi ai suoi propositi e si rioccupi di Sarti Antonio, che ha tutti i diritti a un supplemento di indagini, come li hanno i suoi lettori e i suoi teleammiratori. Se non altro per contrastare l'immarcescibile ispettore Derrick, che Dio sia con lui. Oreste del Buono Due serie di avventure presto vendute in tutto il mondo. Ma perché è già scomparso dalle librerie il romanzo che ha ispirato i telefilm? Gianni Cavina a lungo attore prediletto dal regista Pupi Avati, si è calato pienamente nella parte del poliziotto bolognese. Sotto, l'autore Loriano Macchiavelli Ora Sarti Antonio sfida l commissario Koester, qui accanto, e l'ispettore Derrick, a sinistra