Soltanto insulti, per pubblicità di Tilde Giani Gallino

Una squallida storia tra il professore arrogante e la poetessa troppo ambiziosa Una squallida storia tra il professore arrogante e la poetessa troppo ambiziosa Soltanto insulti, per pubblicità DAI e dai sono riusciti a conquistarsi la copertina delle due più diffuse riviste di politica e cultura, l'«Espresso» e «Panorama», che ne hanno fatto entrambe il caso della settimana. Talvolta è così che si passa alla storia. Le denunce e i verbali di polizia diventano un fatto teatrale, il linguaggio scurrile dei protagonisti la carta vincente, come le parole non propriamente forbite di Angela Scarparo che, nell'intervista rilasciata all'«Espresso», parla a se stessa e si dice, a posteriori, che avrebbe dovuto diffidare di quelli come Marramao: «Diffida di quelli che ti obbligano ad ascoltare le loro fanfaronate, e il suono estenuante che emettono. E il puzzo. Le parole grosse. C'è puzza di piscio di gatto. Si deve diffidare delle parole troppo grosse e di tutti quelli che come questo qui ti invitano ad accettare la loro protezione. E' come mettersi in un imbuto». Quando si dice l'eleganza dello stile... E d'altra parte anche l'eroe maschile, l'intellettuale Marramao, seppure non usi parole pesanti, fa comunque intendere nell'intervista a Cristina Mariotti dell'«Espresso» che la Scarparo avrebbe potuto essere quasi un divertente giocattolo: «La trovavo bizzarra, divertente, mi intrigava. Aveva un carattere pieno di sbalzi umorali, ma forse per questo la trovavo più interessante». Peccato che il giocattolo si sia rotto, o non abbia funzionato come egli avrebbe desiderato, fra le sue mani capaci. «La ragazza si è inventata tutto?», chiede la giornalista. «L'unica spiegazione - interpreta il filosofo - è che nel suo racconto abbia introdotto l'elemento perverso del ricatto sessuale per un'identificazione paranoide della mia figura con l'establishment culturale che a suo giudizio non l'aveva valorizzata abba¬ stanza e che dunque meritava uno scrollone...». Semplice e chiaro, no? L'«Espresso» e «Panorama» ricostruiscono la storia. Da un lato una ragazza venuta dalla provincia, bella, intelligente, scrittrice ambiziosissima a suo stesso dire, smaniosa di pubblicità e alla ricerca di conferme, con un certo gusto per i colpi di teatro. Ad esempio, per attrarre l'attenzione sul suo romanzo, l'aveva inviato alla casa editrice scritto a mano su un quaderno a quadretti, accompagnato da un sacchetto di liquirizia. Spiega Angela Scarparo nell'intervista: «Era una mossa studiata. Ho lavorato in una casa editrice e so che bisogna trovare un modo non banale per risvegliare la curiosità degli editori». E l'aveva azzeccata, perché il romanzo è stato pubblicato. Dall'altro lato Marramao, accademico e maitre à penser della sinistra, che si dichiara egli stesso molto attratto dal sesso femminile, ma giura che invitando la giovane scrittrice a casa sua mai e poi mai avrebbe pensato di proporle di essere carina con lui in cambio di una buona recensione del suo libro. Invece ci teneva molto a mostrarle la sua raccolta di farfalle esotiche. Il fatto è che i tempi cambiano e le ragazze di oggi non sono ormai come quelle di un tempo. Oggi quando qualcuno le molesta sessualmente, non si chiudono più in un dignitoso silenzio. Non accettano più né la violenza verbale dei fanfaroni, né quella sessuale della mano morta. Al contrario, vanno dritte e filate a denunciare il caso al commissario di polizia, anzi all'Agenzia Ansa. Pubblicitariamente, rende molto di più. E le interviste con le parole forti diventano una manna. Tilde Giani Gallino

Persone citate: Angela Scarparo, Cristina Mariotti, Marramao, Scarparo